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Povere tedesche, la legge è dalla parte degli stupratori

La Germania riforma la legge sullo stupro: dire “no” non basta. Anche con la nuova norma, voluta dopo i fatti di Colonia, non basterà manifestare di opporsi al rapporto sessuale per far condannare l’aggressore. Lettera aperta di un gruppo di associazioni alla Merkel: “No significa no”. Nella foto: La polizia di Colonia presidia la stazione centrale dopo le violenze di Capodanno

Il mutuato tedesco? E’ in una botte di ferro

Secondo uno studio dell’Organizzazione mondiale della Sanità, la Germania spende molto per la sanità, ma più ancora produce un’enorme quantità di servizi, con un basso livello di spesa diretta da parte dei pazienti. Ciò dimostra che ci troviamo di fronte a un sistema tecnicamente efficiente, con liste di attesa corte e una buona soddisfazione degli utenti. Ma se andiamo a misurare la qualità dei servizi, confrontandola con quella di altri sistemi la Germania si trova sistematicamente nelle parti medie della classifica e qualche volta più in basso. Un esempio è quello della mortalità evitabile, dove Italia e Svezia (per citare due sistemi Beveridge*) hanno dati nettamente migliori della Germania (e anche della Francia, altro sistema Bismarck).

Una rassegna di “punti di vista” sui fatti di Colonia

Ci vuole poco a capire che a Colonia è accaduto qualcosa di diverso. Non è la gang di 4/5 persone bensi di qualche migliaio. Pertanto non è affatto esagerato il commento del ministro della Giustizia tedesco, Heiko Maas, quando sostiene che gli attacchi subiti dalle donne sono stati «organizzati». Perché, spiega, «Quando si incontra una orda del genere per commettere dei reati, deve esserci una certa forma di organizzazione dietro.». Nella foto: per la cronaca, a Dresda hanno sfilato in 18 mila, gli adepti di Pegida, movimento dell’estrema destra xenofoba dei “patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente”. Una marcia imponente, la più grossa dall’inizio di ottobre.

Un codice comune su immigrazione e asilo politico

Si basa proprio sulla solidarietà il decalogo di azioni concrete per rilanciare una politica europea dell’asilo, dei rifugiati e della migrazione, proposto da Sera Sigmar Gabriel e Frank-Walter Steinmeier, rispettivamente il vice cancelliere e il Ministro federale degli Affari esteri tedesco. Così facendo la Germania è pronta a portare avanti il progetto comune di una politica per i rifugiati fondata sulla solidarietà senza peraltro trascurare tutte le iniziative politiche per la lotta alle cause di fuga nei Paesi del Medio Oriente e dell’Africa

Europa. E’ la prima volta che si passa dalle parole ai fatti, ma che scontri!

Duro scontro a Bruxelles tra Italia e Lituania. Per la prima volta un governo europeo accusa un altro Paese membro dell’UE di atteggiamento anti europeo. Quello che è andato in scena l’altra notte a Bruxelles non solo è “il peggior dibattito da anni”, come ha ammesso un alto funzionario UE, ma soprattutto è uno scontro fra due concezioni e due visioni dell’Europa, quella intergovernativa, incarnata da Donald Tusk, politico polacco, attuale Presidente del Consiglio Europeo, e quella comunitaria, difesa da Jean-Claude Juncker e sostenuta dal premier italiano Matteo Renzi

Europa. E’ la diversità tedesca che spaventa

Mentre scrivo rimbomba ancora l’eco dell’intervista a due voci pubblicata dal settimanale tedesco “Zeit” con l’economista di Harvard, Kenneth Rogoff da una parte e il Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble dall’altra parte, durante Ia quale Schaeuble ha ripetuto che la Grecia non può stare nell’euro e chiedere aiuti senza un programma economico. E’ soltanto una minaccia? Pare di no. Ci sono le premesse per un’altra guerra in Europa oppure no? Quest’articolo che pubblico una risposta la dà. (Sopra: una cartolina della Deutsche Neuguinea-Kompagnie quando la Papua Nuova Guinea era una colonia tedesca)