Madri di famiglia licenziate aprono un’azienda in proprio

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CINGOLI (Macerata) – Un’esperienza come operaie tessili finita male in una azienda di alta moda fallita. Sette donne, tutte madri di famiglia, hanno deciso di non stare ferme (pur ancora in attesa delle ultime mensilità e della liquidazione) e nonostante la difficoltà del momento hanno aperto insieme una piccola impresa a Cingoli, nella zona industriale di Cerrete Collicelli.

L’azienda si chiama “Athena Sartoria”. Le protagoniste di questa azienda che lavora per conto terzi (hanno già commesse da due imprese di alta moda) si conoscono da quindici anni, hanno vissuto nella vecchia fabbrica momenti belli e momenti brutti (con il licenziamento) ma hanno trovato la forza per ripartire, anche grazie alle due ditte che assicurano lavoro e quindi entrate economiche.

Le protagoniste dell’avventura imprenditoriale sono Cinzia (la coordinatrice del produzione), Francesca, Maela, Manuela, Simonetta, Nadia e Lorena. C’è anche Anna, una collaboratrice a ore. Per la verità i fondi vanno tutti per le spese, almeno per i primi sette otto mesi considerando l’affitto per il capannone, per pagare le macchine non nuove ma efficienti, l’energia elettrica, le tasse comunali come quella per la raccolta differenziata dei rifiuti arrivata con largo anticipo ed altre spese di gestione. Ma lavorano con soddisfazione.

“Già alcune di noi subito dopo la chiusura della vecchia azienda avevano manifestato l’intenzione di mettersi insieme e aprire una nuova fabbrica – racconta Cinzia, una delle promotrici di questo bel progetto – ma non c’era tra tutte noi (eravamo una trentina nella vecchia azienda) la massima convinzione per ripartire anche perchè il periodo non è tra i più floridi. Anzi, con tutte le aziende che chiudevano, si diceva, perchè dobbiamo andare a crearci altri problemi? Invece, con tanta buona volontà aiutate anche da chi ci ha garantito il lavoro, in sette abbiamo fatto questo passo importante. I primi mesi saranno duri ma siamo fiduciose. Il nostro è un gruppo compatto che si completa a vicenda grazie alla specializzazione di ognuna di noi e questo ci aiuta moltissimo nella lavorazione degli abiti sia da uomo che da donna”.

Insomma meritano tutte un plauso per aver rischiato in un momento davvero difficile, in particolar modo in questo settore che fino ad una decina di anni fa, con l’edilizia, a Cingoli, era uno dei settori trainanti con diverse aziende che davano lavoro a tante donne. Poi con l’inizio della crisi le chiusure si sono susseguite nel corso degli anni. Ora questo bel segnale positivo.

6 gennaio 2015

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