Povere tedesche, la legge è dalla parte degli stupratori

Image: Denitza Tchacarova, CC BY SA 2.0

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arianna censi 1Sono basita! Nella civilissima Germania della cancelliera Angela Merkel lo stupratore resterà impunito anche se la persona che ha subito violenza ha manifestato la sua volontà contraria al rapporto sessuale e l’autore della violenza non ha rispettato questo rifiuto. Infatti nel testo della nuova legge  sui reati sessuali, allo studio dopo le aggressioni di Capodanno a Colonia, anche in futuro non basterà il chiaro «no» pronunciato da una vittima di abusi sessuali per far condannare l’aggressore.

In base al quadro giuridico attualmente in vigore in Germania, si parla di stupro se il colpevole costringe la vittima al rapporto sessuale con la violenza o con minacce oppure se sfrutta la condizione di vulnerabilità in cui si trova la sua vittima.

Il testo di riforma elaborato dal ministro della Giustizia, il socialdemocratico Heiko Maas, prevede che in futuro sarà punibile anche chi sfrutta «una situazione in cui un’altra persona è incapace di opporsi» a causa della sua situazione fisica o psichica, oppure perché l’aggressione è compiuta «a sorpresa». Comunque sia anche la riforma rimane ambigua e cavillosa, ed è a tutto svantaggio dell’aggredita.

Pertanto condivido in pieno che «No significa no»  come hanno scritto e sottoscritto nella lettera  aperta al ministro  della Giustizia Heiko Maas, alla cancelliera Angela Merkel e ai deputati tedeschi, l’associazione Terre des Femmes,  comitato tedesco di Un Women,  e numerose personalità del mondo della letteratura, della tv, dello spettacolo e del cinema. 

E quindi, a  tutti non piace la riforma proposta da  Maas e che da domani, giovedì 28, in discussione al Bundestag, perché come ribatte  Karin Nordmeyer, presidente del Comitato tedesco di Un Women «Un no chiaramente espresso deve bastare per punire un o una colpevole».

Invece non basta nemmeno la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (la Convenzione di Istanbul), perché il testo -ahinoi – non è ancora stato ratificato dalla Germania.

Ma non è ancora finita. C’è ancora da rimanere allibiti scoprendo che quanto è accaduto a Colonia a Capodanno, in quella notte di violenze e di stupri, ha influenzato poco o nulla il ministro della Giustizia. Infatti,  anche nel nuovo testo i palpeggiamenti restano non punibili per legge. Sicché viene subito  da pensare se il ministro Heiko Maas abbia una sorella, oppure no.

                                                   

Arianna Censi

ari3

 

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