Sanità, in 10 anni la spesa a carico della famiglia è raddoppiata

 malasanita

I dati del Rapporto Osservasalute 2013 mostrano un Paese in cui la vita si allunga e si muore di meno per tumori e patologie cardiovascolari, ma si resta indietro in termini di prevenzione legata agli stili di vita

di Mariapaola Salmi

La salute degli italiani resiste nonostante tutto: raddoppiata in un decennio la spesa sostenuta dai cittadini per farmaci e prestazioni, reparti sempre più a corto di personale sanitario, esodo di massa verso altri paesi di medici e infermieri. Eppure, l’undicesima edizione del Rapporto Osservasalute 2013, coordinato da Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma,  rivela come gli italiani guadagnino anni di vita grazie alla minore mortalità per tumori e malattie cardiovascolari legata soprattutto ai continui progressi diagnostici e terapeutici.Su questa situazione di generale tenuta pesano però le difficoltà del contesto economico che rischia di far saltare il Servizio sanitario nazionale: si riducono i servizi destinati alla salute del cittadino e si tagliano gli investimenti in prevenzione e diagnosi precoce.
Tagli alla spesa sanitaria pubblica – Gli stanziamenti statali sono diminuiti dai 100,3 miliardi di euro del 2009 ai 100,1 miliardi nel 2010 e il trend si è rafforzato nel 20012 con un -1,8% rispetto al 2011. E’ invece più che raddoppiata in meno di dieci anni  la spesa a carico delle famiglie per la quota di compartecipazione e del ticket sul consumo di farmaci, passando da 11,3 euro del 2003 a quasi 24 euro nel 2012.
Personale sanitario – Il fenomeno della riduzione di medici e infermieri nelle strutture pubbliche è allarmante perché il tasso di tournover è sceso oltre il 78% e c’è un progressivo allontanamento delle forze giovani che hanno cominciato ad andare all’estero. “L’analisi presentata nel Rapporto Osservasalute 2013 deve far riflettere  –  sottolinea Walter Ricciardi – “se non saremo in grado di cogliere questa fase di ristrettezze economiche come un’opportunità per migliorare l’efficienza del sistema, il futuro sarà negativo. E’ fondamentale incrementare le risorse per la prevenzione primaria per non dissipare i progressi ottenuti negli anni passati, in caso contrario si rischia di tornare indietro in termini di salute”.
Prevenzione primaria – Calano ancora molto lentamente i fumatori: nel 2010 fumava il 22,8% degli over 14, nel 2012 si è passati il 21,9%). Trend in discesa anche per i consumatori di alcolici (nel 2010 tra gli 11 e i 18 anni  beveva il 12,8%, nel 2012 11,4%). Sale invece in maniera costante l’ago della bilancia: il 46% degli over 18 è sovrappeso e gli obesi aumentano ancora di più passando dal 10% del 2011 al 10,4% del 2012. Tra le cause, alimentazione a parte, c’è il fatto che sono pochissimi gli italiani che praticano attività fisica, stabile la quota (21,9%) di quelli che fanno un’attività sportiva assidua. Va meglio sul fronte degli effetti da incidenti stradali (-9,2%): il numero dei feriti è sceso del 9,3%, quello dei decessi del 5,4%.
Stili di vita – Resta un tasto dolente l’attenzione agli stili di vita come via primaria alla prevenzione delle malattie. Gli italiani si muovono pochissimo, meno di un italiano su 4 pratica uno sport in modo costante e sono pochissimi quelli che mangiano le 5 porzioni quotidiane consigliate di frutta e verdura.
Un paese di anziani “non autonomi” – L’Italia è sempre più vecchia: nel 2011 la popolazione tra i 65-74 anni era il 10,5% del totale, i molto anziani (75-84 anni) rappresentano il 7,5% del totale della popolazione) e i “grandi vecchi” sono il 2,8%. L’indice di vecchiaia (IV) evidenzia che in Italia per ogni 100 giovani sotto i 15 anni risiedono più di 148 persone di 65 anni e oltre. Le donne superano gli uomini: la quota rosa tra i 65-74 anni è del 53,3% e sfiora il 59% dopo i 75.
Speranza di vita – Si muore meno tra 0 e 84 anni. Per gli uomini l’attesa di vita alla nascita è di 79,4 anni, per le donne 84,5. Favoriti in termini di sopravvivenza soprattutto i residenti nelle Marche e nelle province di Trento e Bolzano. Sul fronte dei farmaci, il consumo degli antidepressivi è praticamente invariato: da 36,9 confezioni al giorno per 1000 abitanti del 2011 a 36,8 nel 2012.
Sanità e internet – L’utilizzo di internet in sanità è ancora limitato. Asl, ospedali e università utilizzano poco il web per comunicare con i cittadini-utenti. Appena il 34% delle Asl usa almeno un canale web 2.0; si sale al 44% per gli ospedali, gli Irccs e i Policlinici universitari. Più virtuose le regioni del Nord: Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna; al Centro bene Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo e al Sud Campania e Sicilia.

16 aprile 2014

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