Città Metropolitana. Vigevano ha già voce in capitolo

Il Duomo di Vigevano. La Piazza Ducale è una delle più belle piazze d’Italia. Ideata dal Bramante, fu fatta costruire a partire dal 1492 dal duca Ludovico il Moro, come anticamera nobile del castello. E’ uno dei primi modelli di piazza rinascimentale

Il Duomo di Vigevano. La Piazza Ducale è una delle più belle piazze d’Italia. Ideata dal Bramante, fu fatta costruire a partire dal 1492 dal duca Ludovico il Moro. E’ uno dei primi modelli di piazza rinascimentale

L’obiettivo di Vigevano tuttavia non è solo far parte dell’area vasta, ma essere capofila di una delle zone omogenee che saranno identificate al suo interno, nello specifico di una zona comprendente vigevanasco, magentino e abbiatense

3221915di Giuseppe Del Signore

L’approdo di Vigevano nella città metropolitana procede spedito. Regione Lombardia dovrà pronunciarsi a favore dell’adesione – e della conseguente modifica dei confini provinciali – entro mercoledì prossimo, 10 dicembre. Nel frattempo il comune è già stato accolto all’interno degli organi metropolitanti, segnatamente nella conferenza metropolitana della quale fanno parte il sindaco della città metropolitana e i sindaci dei comuni membri dell’area vasta, come richiesto dal sindaco Andrea Sala nel corso di un’udienza concessa dalla commissione statutaria. «La risposta alla richiesta di Vigevano – dichiara il presidente della commissione Arianna Censi – è affermativa, perché riteniamo che le amministrazioni che assumono una delibera di adesione abbiano il diritto di partecipare, come uditori, alle attività della Conferenza metropolitana». Il ruolo, almeno per il momento, è quello di veri e propri ospiti, anche se a livello informale è concessa la facoltà di intervento. «La conferenza – precisa Censi – è un organismo serio e di merito, permette di prendere la parola e di presentare delle riflessioni, anche se poi chi è presente in veste di uditore non può votare».Il diritto di voto sarà ottenuto una volta che Vigevano sarà ufficialmente ammessa nell’ente di area vasta, perché «della conferenza si entra a far parte a partire dal momento in cui è completata la procedura prevista dall’articolo 133 della Costituzione».

Un particolare della cupola del Duomo di Vigevano

Un particolare della cupola del Duomo di Vigevano

Diverso il discorso per quanto riguarda il consiglio metropolitano, eletto lo scorso settembre. «Per entrare nel consiglio – afferma il presidente della commissione – deve esserci un’elezione». Si tratta, recita la legge 56 del 2014, di un organo «di indirizzo e controllo, propone alla conferenza lo statuto e le sue modifiche, approva regolamenti, piani e programmi; approva o adotta ogni altro atto ad esso sottoposto dal sindaco metropolitano; esercita le altre funzioni attribuite dallo statuto… approva in via definitiva i bilanci dell’ente». Diversamente, la conferenza «ha poteri propositivi e consultivi, secondo quando disposto dallo statuto» e inoltre «adotta o respinge lo statuto e le sue modifiche proposti dal consiglio metropolitano». Secondo Arianna Censi, sono ben definite anche le competenze della città metropolitana: «le funzioni che la legge 56 assegna sono differenti da quelle delle province. In una fase intermedia si continuerà, per non dare discontinuità, a erogare servizi simili a quelli attuali, ma la città metropolitana ha compiti di pianificazione, deve redarre il piano strategico triennale, gestisce trasporti e servizi. Stiamo parlando di funzioni non di coordinamento, ma di strategia, che riguardano funzioni di cogente interesse metropolitano». Anche per questo motivo il presidente della commissione statutaria ritiene che l’adesione di Vigevano sia motivata. «La mia idea è che la scelta abbia una logica. Se si guardano le analisi relative a attività produttive, spostamenti, rete di trasporto locale, movimenti e interessi di tutte le attività svolte nella zona vigevanese, queste insistono sul territorio della città metropolitana».

L’obiettivo di Vigevano tuttavia non è solo far parte dell’area vasta, ma essere capofila di una delle zone omogenee che saranno identificate al suo interno, nello specifico di una zona comprendente vigevanasco, magentino e abbiatense. «A livello di statuto – spiega Censi – non esiste la definizione dei confini delle zone, perché è una scelta che ogni territorio deve fare insieme alle città che lo compongono e al consiglio metropolitano. E’ importante che ci sia la volontà di lavorare insieme, di identificare vocazioni territoriali e politiche vecchie e nuove. Nella proposta di statuto è definita la necessità di creare zone omogenee e ne sono stabilite le funzioni, essenzialmente di delega da parte della città metropolitana sulla base di ambiti territoriali ottimali». Scendendo nel dettaglio, questo vuol dire che Vigevano otterrà quei servizi e quelle infrastrutture che sono date per scontate dai sostenitori della città metropolitana? No. «Dipenderà – risponde Censi – dal piano strategico. La condizione principale sarà che queste attività siano serie, cogenti, capaci di incidere in maniera “forte”. Sarà il piano strategico a individuare quali progetti promuovere». Una risposta che sottolinea l’importanza di avere una visione strategica e la capacità condividerla sul territorio e con le altre realtà del sud-ovest milanese, avviando una discussione interna che finora è stata limitata.

In attesa che arrivi il via libera della Regione, ieri la commissione statutaria ha presentato al consiglio metropolitano la bozza definitiva dello statuto. «La prossima settimana il consiglio metropolitano affronterà la discussione, poi si dovrà riunire la conferenza per approvarlo e a quel punto entrerà in vigore. Noi completeremo il lavoro di commissione nei termini di legge, entro il 31 dicembre, non so se la conferenza finirà per la fine dell’anno o nei primi dieci giorni di gennaio, ma questo non comporta problemi».

Fonte: L’Araldo Lomellino

10 dicembre 2014

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