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Quante sono e cosa fanno le donne nelle Forze armate italiane

La presenza femminile rappresenta ormai la “normalità” in ogni attività militare, sia in ambito nazionale sia nei teatri operativi internazionali. La componente femminile, impegnata nelle operazioni di peace keeping e peace building, rappresenta, in particolare, una risorsa fondamentale nell’interazione con la popolazione civile locale e, di conseguenza, nel perseguimento delle finalità delle missioni nei teatri operativi e degli scopi di cooperazione civile-militare.

Ius soli, indispensabile per poter progredire

Poiché il futuro è multiculturale, la sfida non può che essere quella di comprendere come costruire convivenze che non siano distruttive, ma che siano inclusive, generatrici di nuovi sensi, di nuove possibilità e di nuove sfide. La sfida per chi come me è una Amministratrice, in attesa di una Legge sulla cittadinanza maggiormente inclusiva, è quella di contrastare l’esclusione o peggio l’auto-esclusione, concepire luoghi che producano l’incontro, lo scambio, il dialogo, la partecipazione, dove le persone immigrate i ragazzi delle seconde generazioni non siano trattati solo come persone da assistere, da prendere in carico, da istruire ma come attore reale, vivo, propositivo della vita sociale del territorio.

Milano, 20 maggio. La rivincita dell’umano

Una bella pagina ancora una volta di Milano inclusiva coraggiosa gioiosa e giusta. Sindaci e associazioni cittadine e cittadini insieme per costruire un nuovo futuro. Sabato 20 maggio per me si è scritta una pagina di buona politica ed il mio Partito, il Partito Democratico ne e’ protagonista e chi pensa che, urlando ed insultando si possano affrontare fenomeni così complessi e dolorosi per tutti, è certamente dalla parte sbagliata. Se posso sdrammatizzare, come ha detto un giovane africano da anni in Italia: “Salvini va a ciapa’ i ratt !”.

Divario di genere nel mercato del lavoro. A che punto siamo

L’Italia continua a non brillare nelle classifiche sulla parità di genere. Il tasso di attività femminile è basso rispetto alla media europea. E gli stipendi annuali delle lavoratrici sono nettamente inferiori a quelli degli uomini. L’importanza delle politiche di conciliazione lavoro-famiglia. Contro il gender pay gap: lavoro alle donne e conciliazione agli uomini. Facciamo il punto partendo dai dati più aggiornati

Cosa è accaduto al lavoro delle donne nell’era Renzi

Il governo ha adottato una chiave di lettura corretta degli ostacoli al lavoro femminile e di come superarli. E dunque è intervenuto con gli incentivi sul lato delle imprese e con l’estensione del congedo parentale su quello delle famiglie. Anche per il 2016 è stato rifinanziato il voucher per la baby sitter e per l’asilo nido. Le neomamme potranno continuare a usufruire negli undici mesi successivi al rientro dalla maternità, al posto del congedo, di un assegno pari a 600 euro al mese per sei mesi, per pagare le spese di una baby sitter o di un asilo nido. Ma ci sono ancora elementi critici, dal fisco ai servizi

Cgil, Cisl e Uil affilano le armi serrando unitariamente i ranghi

Il Sindacati confederali hanno sottoscritto unitariamente un documento intitolato Un moderno sistema di relazioni industriali. Come sempre accade nelle relazioni industriali, i momenti formali non arrivano mai improvvisamente e sono sempre inseriti in una traiettoria politico-sindacale. Cgil, Cisl e Uil ritengono che «il processo ridistributivo della ricchezza prodotta deve intervenire a tutti i livelli della contrattazione»; perciò, «il contratto nazionale, con la determinazione delle retribuzioni, dovrà continuare a svolgere un ruolo di regolatore salariale, uscendo dalla sola logica della salvaguardia del potere d’acquisto», tenendo conto delle «dinamiche macroeconomiche» e degli «indicatori di crescita e degli andamenti settoriali». Inoltre, «l’esigibilità universale dei minimi salariali» deve essere soddisfatta dai contratti nazionali dotati di efficacia generale, «in alternativa all’ipotesi del salario minimo legale». Quindi il salario minimo deve coincidere con quello previsto dai contratti nazionali, preservando la funzione di autorità salariale della contrattazione; la dinamica salariale deve basarsi non solo sulla produttività aziendale ma anche su quella nazionale di settore. L’analisi di Vincenzo Bavaro è professore associato di Diritto del lavoro nel Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bari “Aldo Moro”.

Occupazione femminile, fotografia dell’Italia di oggi

La bassa occupazione delle donne è sintomatica di una condizione generale di disuguaglianza: lo rileva il Gender Equality Index elaborato dall’EIGE (l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere). Qual è lo stato dell’occupazione femminile in Italia? Quante donne dovrebbero entrare nel mercato del lavoro per raggiungere gli obiettivi internazionali? Quale lavoro le aspetta? Una fotografia del presente

Bisognerà aspettare i 2085 per la parità ai posti di comando tra uomini e donne

Questo accade negli Stati Uniti secondo un rapporto diffuso dal Center for american progress e intitolato proprio The women leadership’s gap. Se si considerano i vari settori nella loro varietà, si può dire che la posizione dirigenziale delle donne rimane bloccata tra un 10 e un 20 per cento. Inoltre, il loro potere di rappresentanza in politica e nei media è fermo a un 18 per cento, precisa il rappporto. Se queste sono le previsioni negli Usa in Europa fino a quando si dovrà aspettare? La situazione in Italia. Nella foto: Ornella Barra al vertice del primo gruppo mondiale di distribuzione e vendita di farmaci

I ministri delle Finanze del G20 faranno i conti con le donne leader del W20

Il confronto si annuncia “durissimo”. Riepiloghiamo: domenica scorsa a Milano c’era la chiusura della Festa dell’Unità, ad Ankara invece in quello stesso giorno le maggiori potenze economiche mondiali, tra cui l’India e la Cina, hanno lanciato il gruppo ‘W20’ composto da donne leader ed esperte di genere che in occasione del prossimo G20 si impegneranno a elaborare proposte di politiche volte a facilitare l’empowerment delle donne, soprattutto nel settore economico. Il gruppo W20 – di cui fa parte anche Barbara Kenny, caporedattrice di inGenere, tra le rappresentanti per l’Italia – ospiterà il suo primo vertice nel mese prossimo a Istanbul, dopo che tutti i paesi membri designeranno le loro candidate, come ha sollecitato a fare Gülden Türktan, presidente appena eletta del gruppo. Nella foto: Christine Lagarde, la direttora del Fondo Monetario Internazionale