Il Sistema, da Vespa a Berlusconi, pompa Grillo per fregare il Pd di Renzi

Beppe Grillo ospite della trasmissione televisiva Porta a Porta condotta da Bruno Vespa

Beppe Grillo ospite di Porta a Porta condotta da Bruno Vespa

Grillo è diventato il grande alleato politico di Berlusconi, che si appresta a tornare in gioco alla grande. Il grande alleato mediatico di Vespa e della Casta televisiva. Pur di fottere il Pd e la sinistra la conservazione crea mostri

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Ci risiamo. È qualcosa di profondo quello che sta accadendo alla vigilia delle elezioni. Il Sistema – sì con la S maiuscola – ha scelto Grillo. Con l’obiettivo di sempre, quello di fermare il cambiamento. Anzi, diciamo le cose come stanno, con l’obiettivo di fottere il Pd. È sempre accaduto, nella storia di Italia. C’è sempre stato un grumo di potere, di forze della conservazione, di interessi che ha puntato sull’ingovernabilità e su governi deboli per nutrire le proprie rendite di posizione. E per impedire alle forze di sinistra di cambiare il paese.

Ebbene, ci risiamo. Oggi è Grillo il grande garante dell’ingovernabilità, colui che con un boom elettorale impalla il sistema politico, indebolendo Renzi, il Pd e il governo. E allora si capisce perché Grillo e Bruno Vespa, al termine di una intervista innocua sul servizio pubblico, si “battono il cinque”. Non una stretta di mano, distaccata e rispettosa, ma un gesto che rivela una complicità di fondo tra sedicenti “nemici”, tra il finto rivoluzionario e il giornalista simbolo della conservazione politica e televisiva, grande sarto di interviste su misura a Silvio Berlusconi e grande amico di Gianni Letta.

La Casta e l’Anticasta si legittimano a vicenda, facendo finta di combattersi, inciuciano, si alimentano prevedendo quello schema di gioco che gli editorialisti del Corriere della serahanno già descritto. Proprio sul giornale della borghesia italiana, che ha sempre tifato per governi deboli e condizionabili, è ricomparsa la dizione di “bipartitismo imperfetto” per descrivere il sistema che ci consegneranno le urne. Un’area “antisistema” rappresentata dal voto grillino, e l’area democratica. Con tutte le differenze del caso tra i Cinque Stelle e il Pci, perché anche i borghesi nostrani hanno il buon gusto di non confondere gli stracci con la lana. Insomma, come ai tempi della Prima Repubblica c’è chi punta a un sistema debole e condizionabile, garanzia di immobilismo e conservazione. Di palude, per dirla con Renzi. E così nel “nuovo bipartitismo imperfetto” Vespa farà Porta a Porta a vita. E Grillo il finto puro di professione.

Eccola allora la posta in gioco di domenica. Se cambiare canale o no. Il Sistema, che non vuole farlo, “pompa grillo”. E non è un caso che Berlusconi, che l’equilibrio conservatore lo ha garantito, ora che è consapevole che non può battere Renzi, alimenta Grillo,demonizzandolo, alzando i toni, indicandolo con pericolo storico, il novello Drago contro cui scatenare il suo San Giorgio. Consapevole che un boom di Grillo fa tornare centrale Forza Italia. Da lunedì se Renzi vuole fare le riforme è, ancora di più, costretto a trattare con Berlusconi. Emanuele Macaluso, uno che la politica la conosce e che è vicinissimo a Giorgio Napolitano, su Repubblica ha spiegato come il voto (e il boom di Grillo) renderanno inevitabile una più stretta collaborazione sulle riforme tra Renzi e Berlusconi. Se invece Renzi punta sulle urne, a sistema vigente, rischia di andare dopo al governo con Berlusconi.

Appunto, il “bipartitismo imperfetto”, tomba del cambiamento possibile. Dunque è questo Grillo, il “mostro” che il Sistema coccola, che Berlusconi demonizza, che certi media ingozzano di gelatina affinché ingrassi per garantire che nulla cambi.

Siamo di fronte a una “strategia della tensione 2.0”. Ovviamente senza stragi, senza treni che saltano. Una strategia moderna con l’obiettivo di usare una forza eversiva come i Cinque stelle per impedire al Pd di Renzi di essere vincitore o comunque di essere vincitore da solo. La tensione si crea ad arte alimentando il mito del boom nelle trasmissioni nelle quali va Grillo, anche se boom non è. A meno che non si voglia definire quello di Santoro con Berlusconi un miracolo di ascolti visto che Michele quintuplicò la media di rete mentre Vespa sì e no l’ha raddoppiata. E la tensione si crea alimentando il mito del “sorpasso” di Grillo nei confronti di Renzi, come fa il Fatto, guarda caso, utilizzando i dati della Ghisleri, la sondaggista di Berlusconi.

Insomma, Grillo è diventato la carta di riserva dei destinatari dei suoi vaffa. Il grande alleato politico di Berlusconi, che si appresta a tornare in gioco alla grande. Il grande alleato mediatico di Vespa e della Casta televisiva. Pur di fottere il Pd e la sinistra la conservazione crea mostri.

23 maggio 2014

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