La lotta di classe raggiunge la Germania Questa volta non è colpa dei russi

arte regime

Molto vi hanno influito i politici compiacenti, gli ignari intrattenitori e una insulsa cultura popolare alimentata dalle grandi imprese, che indica i ricchi come esempi da imitare perché “se siamo bravi e lavoriamo sodo un giorno lo diventeremo anche noi”

di Vincenzo Maddaloni

Certamente i ricchi ne sono rimasti sconcertati. Se per essi si intende quella classe di persone che considera gli altri esseri umani dei beni di consumo,come scrisse Fitzgerald nel “Grande Gatsby” e nel suo breve racconto “Il Ragazzo Ricco”. La vittoria della sinistra tedesca in Turingia non se l’aspettavano proprio.

Infatti, è la prima volta dalla caduta del Muro che “Die Linke” (La Sinistra), comunemente ritenuto erede del Partito comunista della Germania dell’Est (SED), ottiene un risultato di questo livello in uno dei sedici stati federati di cui è composta la Germania. Ed è anche la prima volta che un candidato socialista diventa governatore di uno stato tedesco dalla caduta del muro di Berlino.

Beninteso, la Turingia, uno degli stati geograficamente centrali della Germania, appartenente alla ex DDR è uno tra i più piccoli del paese. Ha una popolazione di poco più di 2 milioni di abitanti, ma comunque questa vittoria rischia di diventare epocale se si tiene conto di quanto è accaduto e sta accadendo nei Paesi dell’Europa orientale.. 

Dappertutto le riforme economiche della “terapia shock” hanno colpito particolarmente i contadini e gli operai dell’industria motivandoli a collaborare se non ad unirsi con quelli che vivono vite precarie: profughi, senzatetto, disoccupati. E’ nata una nuova generazione di masse, così come una nuova generazione di giovani intellettuali ha creato gruppi come la Rete degli Studenti in Ungheria, CriticAtac in Romania, Nuove Prospettive di Sinistra in Bulgaria. Nuovi partiti tendenti a sinistra come il LMP (la Politica Può Essere Diversa) e l’Iniziativa per il Socialismo Democratico in Slovenia, hanno promesso un genere di politica nuovo di zecca.

Da questa miscela di tentativi è emersa una Nuova Sinistra.“Usiamo questa espressione per cercare di scavarci uno spazio tra la vecchia sinistra, quella che chiamiamo i comunisti intransigenti, che ha nostalgia del socialismo in modo conservatore, nostalgico”, dice l’attivista bulgaro Georgi Medarov, forte del fatto che studenti, ambientalisti e altri attivisti della società civile tengono da più di un anno la Bulgaria in uno stato pressoché costante di dimostrazioni contro la corruzione politica ed economica.

Un discorso a parte merita KSCM, il Partito comunista di Boemia e Moravia. Erede diretto del Partito comunista di Cecoslovacchia, il KSCM ha sempre goduto di un consenso non di poco conto, registrando, alle ultime elezioni regionali dell’ottobre 2012, il 23 per cento dei voti e 14 seggi su 45.

Insomma, nei paesi ex comunisti dell’Europa centrale, che sono stati fino a ieri i più devoti sostenitori del capitalismo, molti sono i segnali premonitori di un’inversione di tendenza.

E’ come se gli elettori, indignati dalla incapacità della politica di dare risposte adeguate, scandalizzati dalla corruzione che dilaga nei centri del potere, ne avessero abbastanza di questo ventennio di sperimentazione liberale e aspirassero al ritorno di uno stato forte, in grado di farsi carico dei loro problemi.

Naturalmente quanto sta accadendo nell’Europa dell’Est non fa storia a sé, ne è una conferma la vittoria della Die Linkein Turingia, nell’Europa dell’Ovest. Essa non va sottovalutata bensì approfondita. Così meglio si comprende che la diffusione capillare dell’ideologia del capitalismo attraverso i mezzi d’informazione, e la soppressione, soprattutto a livello accademico, delle voci critiche, non soltanto ci hanno impedito di vedere la realtà, ma sopratutto hanno permesso – dopo la caduta del Muro di Berlino – agli oligarchi dell’Est e dell’Ovest di orchestrare la più grande disuguaglianza di reddito del mondo industrializzato.

Molto vi hanno influito i politici compiacenti, gli ignari intrattenitori e una insulsa cultura popolare alimentata dalle grandi imprese, che indica i ricchi come esempi da imitare perché “se siamo bravi e lavoriamo sodo un giorno lo diventeremo anche noi”. Col duplice intento di stemperare lo sdegno nei confronti della profonda depravazione della classe politica (si pensi alla nostra), e di stravolgere le masse con l’inesorabile propaganda delle società di pubbliche relazioni e d’immagine che curano gli interessi delle grandi aziende e dei ricchi.

Tom e Daisy, erano due sconsiderati scriveva Fitzgerald della coppia ricca attorno alla quale ruotava la vita di Gatsby. “Erano capaci di distruggere cose e persone e poi si ritiravano incuranti nel loro denaro e nella loro incuranza, o qualsiasi altra cosa che li tenesse insieme, e lasciavano agli altri il compito di rimediare ai loro disastri”.

Non è una storia nuova. I ricchi, in tutta la storia dell’umanità, hanno sempre trovato il modo di soggiogare le masse. E le masse, in tutta la storia dell’umanità, si sono ciclicamente risvegliate. E’ quello che sta accadendo in Europa, da ultimo in Turingia? Crederci è bello.  vincenzomaddaloni.it

nella foto:Alexander Rodchenko, “Lilya Brik”, 1924.

Fonte:LINKIESTA 

7 dicembre 2014

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