Deve partire dalla realtà comunale la grande riforma del Sistema Italia

Semplificare non vuol dire stravolgere le garanzie costituzionali, ma adeguarsi ai nuovi tempi. Che sono tutti improntati alla velocità e pertanto sono d’obbligo risposte tempestive alle domande della società che s’è già adeguata ai nuovi tempi per non dire che vi è stata coartata

Arianna Censi

Arianna Censi

di Arianna Censi

In questi ultimi anni e particolarmente in questi ultimi mesi il rapporto tra i cittadini e la politica, la fiducia che i cittadini ripongono nella politica e  nella capacità dei suoi rappresentanti di dare delle risposte concrete ai bisogni molto forti  e per certi versi ai limiti della drammaticità  ha raggiunto il suo livello più basso.

Naturalmente, non voglio scaricare sugli altri le responsabilità, mi interessa capire quali sono le cose che noi possiamo fare, che ciascuno di noi  – sulla base  dell’impegno che si è assunto –  può fare come servizio alla comunità . Sono convinta che il rapporto tra i cittadini e la politica di questi ultimi anni risente – pure in senso positivo – della facilità con cui si può accedere ai mezzi d’ informazione. Il moltiplicarsi dei sistemi di comunicazione stimolando l’aggregazione, rendono la democrazia più partecipata.

Stando così le cose, è opportuno, meglio ancora è indispensabile, l’utilizzo di questi nuovi sistemi di comunicazione  per approfondire, chiarire, discutere sulle azioni che vogliamo intraprendere, sulle ragioni per cui ci vogliamo impegnare e sui progetti che vogliamo portare avanti. Quindi credo che dobbiamo affrontare il tema del cambiamento non come un mantra che viene ripetuto utilizzando parole come innovazione , trasformazione, bensì capire che la politica deve ritornare ad avere un rapporto diretto e stretto con le persone che essa rappresenta. Cambiamento vuol dire assumersi con responsabilità, con senso del dovere la propria azione amministrativa e penso  – sono convinta di questo – che sia necessario anche recuperare le competenze e le capacità costruite con l’esperienza quotidiana.

Sicché da sempre sono dell’idea che l’esperienza dei nostri amministratori, ( si tenga a mente  che più del 70 per cento dei comuni italiani sono governati da amministrazioni di  centro sinistra con un sindaco o una sindaca  il più delle volte del PD), si arricchisca col contatto quotidiano con i bisogni dei cittadini. Sono queste le sedi in cui si individuano  le domande a cui spesso la politica nella sua rappresentazione più alta non riesce a dare delle risposte.

Pertanto sarebbe opportuno riorganizzare dei team proprio sulla base dell’esperienza e dei punti di vista diversi. Giovani, donne, ma anche chi negli anni  ha costruito la propria competenza nella pratica quotidiana a contatto con le persone, con le loro necessità. Così operando – ne sono certa – le amministrazioni potranno far fronte in maniera adeguata ad ogni domanda che il cittadino le pone.

Sono convinta che sia necessario costruire relazioni forti con il mondo del terzo settore, con i rappresentanti dell’impresa , del sindacato, delle attività produttive commerciali; perché lì dobbiamo costruire insieme la risposta, lì dobbiamo trovare il modo di capire quale è la strada migliore per raggiungere l’obiettivo che è rispondere ai bisogni di posti lavoro, di istruzione ,di scuola, di partecipazione, e anche di possibilità di sostenersi.

Quindi da una parte, amministratori ricchi di competenza, relazioni forti con il sistema della società civile e del mondo della produzione e del commercio. Dall’altra parte un sistema “semplificato”. Il che vuol dire: ridurre i luoghi dove si decide. Secondo, decidere “chi fa che cosa” in maniera unitaria. Terzo, decidere che chi ha responsabilità di decidere lo debba fare,ma che debba essere controllato per questo potere che ha, sia quando lo esercita sia quando non lo esercita. Ragion per cui penso che, dobbiamo costruire un sistema di regole unitario, semplice, e dotato di responsabilità. Dove – tanto per capire – una risposta positiva è un atto di responsabilità, una risposta negativa è pure un atto di responsabilità. E’ necessario sbloccare il sistema, è necessario non solo liberalizzare, ma anche creare dei sistemi di controllo degli atti di responsabilità.

Indispensabile è la riforma del sistema delle autonomie locali, la modifica costituzionale per porre fine a questo ping-pong drammaticamente lento tra una camera e l’ altra, che il più delle volte bloccano i provvedimenti per anni prima di approvarli.

Semplificare non vuol dire stravolgere le garanzie costituzionali, ma adeguarsi ai nuovi tempi. Che sono tutti improntati alla velocità, pertanto è d’obbligo la risposta tempestiva alle domanda della società che s’è già adeguata ai nuovi tempi, per non dire che vi è stata coartata.

Pertanto, chiedo alla politica più intelligenza, più capacità, più coraggio nel dire cosa vuole fare, con quali risorse e come, nell’assumersi la responsabilità di averlo fatto o di non averlo fatto. Chiedo al sistema mediatico di monitorare con serietà, di indagare , di valutare, di non asservirsi a questo o quell’altro, di non stranire i fatti, perché i cittadini sono assetati di verità ora come non mai.

Foto © Chiara Vettraino

10 ottobre 2013

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