Sul trasporto pubblico viaggia lo sviluppo della Grande Milano

Gentile Schiavi,

Ho letto con interesse la lettera del Signor Camanzi in cui si lamenta la differenza dei costi degli abbonamenti Atm. Non è giusto, né comprensibile, che un cittadino che attraversa la città da Nord a Sud, ad esempio da Affori a Rogoredo, paghi 1,50 euro e chi sale in metrò a Sesto FS per scendere in Duomo paghi 1,90 euro. E’ a partire dal trasporto pubblico locale che si deve costruire la Grande Milano ed è su questo tema che si gioca il futuro stesso della Città metropolitana.

Se introducessimo un biglietto di viaggio metropolitano le potenzialità e l’utilità della Città metropolitana sarebbero istantaneamente percepite dai suoi oltre 3 milioni di abitanti distribuiti nei nostri 134 Comuni. L’estensione della tariffa urbana costerebbe da 18 a 20 milioni di euro all’anno, credo sia una strada percorribile a patto che tutti i soggetti interessati collaborino costruttivamente per giungere a questo obiettivo. Come ho detto in più occasioni, la Città metropolitana ha nel cuore pulsante il trasporto pubblico locale su cui, non dobbiamo dimenticarlo, viaggia anche lo sviluppo economico della nostra Metropoli.

Ecco questo è ciò si dovrebbe e potrebbe fare per competere e confrontarci al meglio con le altre metropoli europee come Parigi, Lione e Barcellona invece tocca confrontarsi con una quotidianità fatta di miopia e assenza di visione strategica. Mancanza di visione strategica oggi concretamente rappresentata dai tagli al sistema di trasporto pubblico locale in Lombardia che, per quanto ci riguarda, nell’area metropolitana di Milano significa che mancano circa 2 milioni di euro per evitare il taglio alle corse per il trasporto su gomma e per finalmente far decollare l’Agenzia di bacino, nata per governare il sistema di trasporto pubblico locale.

Queste due cose appaiono in contraddizione, e lo sono. Rappresentano la “schizofrenia” del sistema che, sapendo qual è la cosa giusta, fa quella sbagliata.

Le persone si spostano per lavorare, direi per vivere, e dalla qualità e dall’efficienza del sistema di trasporto pubblico è possibile valutare la qualità e l’efficienza di un’area metropolitana. Allora, e inevitabilmente, si tratta di rendere concreto il ruolo delle Città metropolitane nel gestire, definire, regolare e, infine, governare, il sistema del trasporto pubblico locale. Così come era previsto nella, imperfetta, legge fondativa delle Città metropolitane.

A questo punto noi, come Città metropolitana, potremmo cavarcela lavandocene le mani davanti all’opinione pubblica. L’Agenzia esiste, se ci sono difficoltà ci si rivolga a loro. Ma il punto è che noi crediamo ancora al ruolo della Città metropolitana. Siamo ancora convinti che la Città metropolitana serva, è quindi necessario il pieno riconoscimento di questo giovane Ente da parte delle altre istituzioni: Regione, Governo e Parlamento.

È così dove non ci sono “schizofrenie” all’opera.

 

Arianna Censi
Vicesindaca della Città metropolitana di Milano

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