di Arianna Censi
Noi abbiamo manifestato in piazza Cavour a Milano e tra i molti non c’erano soltanto donne, ma anche parecchi uomini. Un particolare che va evidenziato a testimonianza di quanto “l’argomento aborto” sia importante. Analoghe manifestazioni si sono svolte a Roma e anche a Bologna, a Vercelli, a Cosenza e a Siena: sono tante le città che ieri hanno organizzato cortei e sit-in contro il nuovo progetto di legge spagnolo sull’aborto, più restrittivo, approvato lo scorso dicembre dal governo di Mariano Rajoy.
Condivido il commento delle Associazioni quando affermano che, “Quanto accade oggi in Spagna potrebbe avvenire anche in Italia dove già registriamo un attacco costante alla legge 194 a causa dell’obiezione di coscienza”. Proteste ci sono state anche a Londra, Bruxelles e Parigi, anche qui, come in Italia, davanti alle ambasciate e ai consolati spagnoli. Lo slogan “Yo decido” (decido io) è stato tradotto in varie lingue.
Cosa prevede il progetto di legge spagnolo? La nuova norma andrebbe ad eliminare il diritto all’aborto così come concepito dalla legge firmata dal governo Zapatero. L’aborto, cioè, è permesso solo in caso di “un importante e perdurante danno” alla salute fisica e psicologica della donna, se esista pericolo di vita o se abbia subito (e denunciato) una violenza. Il tutto entro le prime 14 settimane di gestazione. La proposta di legge vieterebbe anche la pubblicità della pratica abortiva da parte degli ospedali.
In Spagna, migliaia di persone si sono radunate a Madrid per protestare – come detto – contro il nuovo progetto di legge sull’aborto. L’iniziativa intitolata “Un treno per la libertà” – lanciata da due associazioni femminili delle Asturie cui hanno aderito centinaia di altre sigle – è consistita in una marcia dal Paseo del Prado fino al Congresso dei Deputati per consegnare un documento che chiede il ritiro della riforma e le dimissioni di Alberto Ruiz Gallardon, ministro della Giustizia.
Per le foto di piazza Cavour clicca qui / © Chiara Vettraino
2 febbraio 2014