Complice Ebola le farmaceutiche spingono sulla produzione di nuovi farmaci ma il costo di sviluppo è aumentato di 10 volte negli ultimi 40 anni
di Marco Boscolo
L’epidemia di ebola che sta colpendo l’Africa occidentale ha riportato l’attenzione sulla produzione di farmaci sperimentali,come quello ZMapp somministrato ai due americani guariti ad Atlanta. Contemporaneamente c’è anche chi lavora allo sviluppo di un vaccino (GlaxoSmithKline).
L’arsenale della armi contro il virus si sta ampliando, ma perché siano effettivamente utilizzabili su larga scala per contrastare la diffusione del virus ci vorrà tempo. Quello necessario per sviluppare nuovi farmarci, testarli e immetterli sul mercato. Un costo enorme e 11 anni di ricerca e sviluppo per ogni nuova molecola.
E allora, come sta andando la spesa in questo settore di Big Pharma? Il costo dello sviluppo di un nuovo farmaco è cresciuto enormemente negli ultimi 40 anni, passando dai 138 milioni di dollari del 1975 al miliardo e mezzo del 2012.
A fronte di una crescita importante del costo di sviluppo, non sempre l’investimento è cresciuto. Anzi. Il grafico qui sotto mostra in percentuale l’aumento (o la diminuzione) della spesa in ricerca e sviluppo di tutto il settore farmaceutico e le proiezioni al 2020 parlano di una certa costanza.
Tendenza che è confermata anche dal raffronto tra spesa in ricerca e sviluppo con i ricavi dei top player di Big Pharma: il confronto tra 2013 e la proiezioni 2020 non lascia spazio a dubbi.
Sul fronte del mercato, gli Stati Uniti e l’Europa, ma IMS Healthche si occupa di analizzare il mondo del farmaco sotto il profilo economico, sta monitorando 21 paesi che ha definito “pharmering” (pharma + emerging): mercati emergenti per il consumo di farmaci. Da una parte c’è sicuramente, in questi 21 paesi, un aumento del benessere della popolazione e della qualità delle infrastrutture sanitarie che fa allargare il bacino di potenziali acquirenti. Ma tra essi ci sono paesi dell’Africa occidentale colpita da ebola (Nigeria) e l’Arabia Saudita, nei mesi scorsi è stata teatro di una epidemia di MERS (Middle East Respiratory Syndrome). La domanda è se gli investimenti di Big Pharma sono sufficienti per sviluppare nuove armi contro le malattie infettive emergenti che stanno occupando la cronaca del 2014 e degli anni che verranno.