Le agenzie interinali olandesi sfruttano i lavoratori dell’Europa dell’est con stipendi minimi, ferie non pagate e straordinari obbligati, e chiedono addirittura affitti esosi per degli alloggi squallidi e illegali
Un minibus bianco dell’agenzia di lavoro interinale Werk & Ik è parcheggiato davanti a una lunga fila di garage in una zona industriale di Osdorp [un quartiere di Amsterdam]. Uno di essi serve da abitazione alla manodopera precaria ceca della Werk & Ik.
Una donna mostra le camere da letto: cinque sgabuzzini fatti di compensato, ognuno con dei letti a castello. Un neon illumina tutto il locale, anche là dove la gente vuole dormire. non ci sono finestre, non c’è alcun sistema di aerazione. “Secondo alcune stime circa centomila tra cechi, polacchi e altre persone originarie dell’Europa centrale e orientale lavorano nei Paesi Bassi in queste condizioni.
Niente ferie
Werk & Ik, il cui fatturato raggiunge i 12 milioni di euro – lavora volentieri con i cechi, soprattutto a Schiphol, dove puliscono gli aerei e si occupano dei bagagli. I lavoratori precari sono pagati abbastanza per il loro lavoro? Non secondo George, studente e addetto alle pulizie ceco. Henry Stroek, responsabile del sindacato nazionale Cnv, fa osservare che a George nel 2012 non sono state pagate le ferie, cioè il 16,3 per cento del suo stipendio che non gli sarà mai versato. “Si tratta di una somma importante, soprattutto per uno che guadagna lo stipendio minimo”, sottolinea Stroek. Ivan Karels, direttore e proprietario dell’agenzia di lavoro interinale, riconosce che a diversi cechi non sono state pagate le ferie. “Ci è sfuggito, adesso faremo più attenzione”.
Sul sito di assunzione in ceco Wekczeck.cz Werk & Ik promette uno stipendio orario di cinque euro indipendentemente dall’età. Per Stroek le buste paga di George mostrano che per un anno lo stipendio lordo annunciato è stato pagato con gli straordinari corrispondenti al lavoro serale e notturno, ma non l’altro anno.
Niente busta paga
Il dipendente dell’agenzia interinale Rewiesh Jibodh, che gestisce l’arrivo dei cechi per la Werk & Ik e si incarica della pianificazione del loro lavoro, ha una spiegazione: “Probabilmente le ore non corrispondono sempre al lavoro svolto. Quando qualcuno è malato e il suo sostituto non è sulla lista, può capitare che le ore di lavoro vengano conteggiate sul conto del lavoratore malato. Ma in seguito correggiamo sempre gli errori fatti”.
Un altro problema è che i lavoratori precari non ricevono, come prevede la legge, le loro buste paga. George ha avute le sue solo di recente, poco prima di lasciare i Paesi Bassi, quando ha minacciato di ricorrere a un avvocato. *”Le perdono o le gettano via”, dice Jibodh”. “Tutto ciò ci costa solo della carta, non vedo l’interesse a fare una cosa del genere”. Le buste paga dovrebbero essere disponibili online, ma i lavoratori precari intervistati non hanno mai ottenuto né un nome utente né una password. Anche questo è sfuggito loro, ammette Karels.
Spese di alloggio dedotte
“Rispettiamo le norme in vigore in materia di alloggio. Per quanto riguarda il garage non è il caso, lo riconosco. Ma sono gli stessi ragazzi che volevano abitarci. Ho diversi alloggi disponibili ma rimangono vuoti”, dice Karels. “Un datore di lavoro può prelevare al massimo 68 euro a settimana quando si tratta di una persona che guadagna lo stipendio minimo. Quello che fa la Werk & Ik è un furto”, si arrabbia Stroek del Cnv.
“È vero, nel fare queste trattenute eravamo in torto”, reagisce Karels. “Ma non avevamo cattive intenzioni. Sono semplicemente un imprenditore che lavora molto duro e che ha voglia di crescere rapidamente. Qualche dolore di crescita è inevitabile. Rimedieremo ai problemi per tutti”. Inoltre afferma che queste trattenute coprono anche altri costi: l’energia elettrica, l’acqua, internet e l’autista che li porta al lavoro e che li riporta indietro.
Un giorno libero al mese
Gli eccessi riguardano anche l’orario di lavoro. Per esempio prendiamo l’orario dell’autista Pavel, che per più di un anno ha portato altri cechi al loro lavoro e li ha riportati a casa. La sua giornata di lavoro durava facilmente 20 ore. Mentre George, addetto alle pulizie, sulla sua busta paga di agosto ha avuto una sola giornata di riposo. Secondo la legge dopo una giornata di lavoro un addetto alle pulizie ha diritto a dieci ore di riposo senza interruzione, e dopo una settimana a 36 ore.
Un anno di turno di notte
Karels riconosce anche questo: “In alcuni casi non abbiamo fatto abbastanza attenzione”. Il direttore Jibodh spiega che la sua impresa ha solo voluto rispondere alle richieste dei lavoratori: “I cechi mi supplicano di lavorare di più”. “Chiedo sempre loro se vogliono fare un turno in più”. Eppure quando un collega di George, dopo aver passato un anno a fare turni di giorni e di notte, ha chiesto se poteva avere altri orari, la risposta è stata: “Vuoi tornartene a casa? Basta che me lo dici”.
Eppure la Werk & Ik, che conta fra i suoi clienti regolari alcune grandi imprese come la Klm, è titolare di un certificato della Stichting Normering Arbeid (Fondazione per la regolamentazione del lavoro), un’istituzione che vigila sul rispetto degli stipendi minimi legali. Nel maggio 2013 l’agenzia di lavoro interinale ha addirittura ottenuto il rinnovo del suo certificato.
Traduzione di Andrea De Ritis per Presseurop
Fonte: Trouw – Questo giornale nato dalla Resistenza ha visto la luce nel 1943. I suoi lettori provengono in origine dalla comunità protestante di centrosinistra. Solo nel 1998 Trouw ha avuto un caporedattore non proveniente dalla chiesa riformata, Frits van Exter. La Fondazione per la stampa cristiana continua tuttavia a controllare il rispetto dell’identità religiosa del giornale e ha un certo potere sulla nomina dei redattori. Il giornale si è fatto notare per i suoi ottimi articoli sull’istruzione e sulla sanità pubblica. Nel 1995 Trouw è stato il primo quotidiano in Olanda ad adottare un formato tabloid. Si tratta del quinto quotidiano olandese per copie vendute.
12 novembre 2013