Mai come quest’anno abbiamo vissuto l’emergenza smog, non a caso ho messo sopra la foto che ritrae la prima cintura periferica di Milano in emergenza smog, con il Pm10 al doppio della soglia di allerta. L’immagine vale più di ogni parola spesa a descrivere una situazione davvero tremenda. Il primo rimedio contro lo smog da tutti condiviso è la diminuzione di auto che entra in città, ma per raggiungere questo risultato ci vuole un servizio pubblico che funzioni.
Molto si è parlato in questi giorni di vigilia di “primarie” di priorità nell’ambito dei trasporti. Dal mio osservatorio di consigliera delegata al trasporto pubblico di Città metropolitana credo che le priorità siano:
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biglietto unico integrato;
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estensione della tariffa urbana delle linee metropolitane sino ai confini della Città metropolitana;
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rinnovo del parco mezzi e quindi minor impatto ambientale;
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costituzione rapida dell’agenzia del Trasporto Pubblico Locale dell’ambito Città metropolitana, Monza e Brianza, Lodi e Pavia;
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ridefinizione delle quote all’interno dell’agenzia, Città metropolitana deve rappresentare tutti i 134 Comuni che la compongono compreso quindi il Comune di Milano;
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potenziamento delle reti e delle corse che servono i Comuni dell’area metropolitana verso le fermate più esterne delle metropolitane e delle linee S del passante ferroviario in un nuovo disegno di collegamento strategico metropolitano “diffuso” e policentrico.
Ho messo al primo punto delle priorità il biglietto a tariffa unica integrata perché con esso si favorisce l’uso del trasporto pubblico anche da parte di coloro che provengono da fuori della città, anche da fuori dei confini della Città metropolitana. Bisogna privilegiare una eguale tariffazione per percorsi identici. Per la verità io sono convinta che il biglietto “a dimensione della lunghezza del viaggio” possa essere un altro elemento interessante.
Dovrà occuparsene per prima l’agenzia di bacino del trasporto pubblico locale che dovrà avere tra i suoi obiettivi quello di definire un nuovo modello di organizzazione della rete dei servizi, un nuovo modello di tariffazione equa e in sintonia con le esigenze degli utenti del servizio.
A questo punto consentitemi di dire due parole sul “trasporto pubblico gratuito”. Io non credo che questa sia la soluzione. L’obiettivo si raggiunge soltanto migliorando la qualità e la quantità del trasporto pubblico locale. Fare un grande investimento sulla rete, sul numero delle corse, sulla loro frequenza e sulla connessione con gli hub intermodali cioè con le stazioni più prossime della metropolitana e delle linee “S” del passante, è questa la soluzione. Naturalmente, senza perdere di vista la qualità dei mezzi di trasporto e il loro impatto ambientale quando circolano in città e nella città metropolitana.
Quindi prima di parlare di gratuità io penso si debba parlare di implementazione e qualificazione del servizio. Sono convinta che gli utenti per come ho avuto modo di incontrarli sono molto più interessati a un aumento e a una maggiore qualità del servizio pubblico piuttosto che ad una sua gratuità, perché il rischio della gratuità è la penalizzazione degli investimenti.
Dopotutto – non dimentichiamolo – il trasporto pubblico è la risposta all’aumento della congestione dell’aria. Perché quante più persone potranno utilizzare servizi di trasporto pubblico convenienti, efficienti e soprattutto affidabili, tante più persone saranno disposte ad usare il mezzo pubblico piuttosto che l’automobile.
E’ chiaro però che se l’offerta di trasporto pubblico che noi facciamo non dovesse essere un’offerta non in sintonia con i bisogni o insufficiente o scarsa o che non copre tutto l’arco della giornata, sarà molto difficile conquistare nuovi utenti al servizio pubblico.
Andrebbe anche disperso il lavoro fatto, perché negli ultimi dieci anni è raddoppiato il numero delle persone che utilizzano il trasporto pubblico locale, qualora – per esempio sulle linee S e Trenord- esso risponda a un’esigenza di frequenza stabile.
Credo di aver evidenziato l’importanza del trasporto pubblico senza il quale non potremo migliorare le condizioni di vita. Il passo più importante da fare è indirizzare le persone che utilizzano l’auto verso il trasporto pubblico locale. I dati degli ultimi anni sono incoraggianti, ma non possiamo dormirci sopra. Beninteso, se non ho l’autobus, se esso non arriva per tempo, non mi copre la fascia oraria o non serve la scuola dove devo mandare mio figlio, la gente a ragione s’incazza e ritorna all’auto.
Arianna Censi
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