Con “Dancing with Maria” balli da pazzi

"Il Leone di venezia" ( foto ©  Chiara Vettraino )

“Il Leone di San Marco” ( foto © Chiara Vettraino )

“Dancing with Maria” di Ivan Gergolet è l’unico film italiano in concorso alla 29a Settimana internazionale della critica nell’ambito della 71ma Mostra del cinema di Venezia (sarà proiettato il 2 settembre).

Si tratta di un documentario – il primo lungometraggio diretto dal regista friulano – sulla celebre danzatrice Maria Fux, coreografa e danza terapeuta argentina di grande esperienza artistica e pedagogica, che svolge da oltre 40 anni il lavoro di formazione alla danzaterapia in vari paesi dell’America e dell’Europa, nei quali è ampiamente praticato il suo metodo per il recupero psicofisico attraverso il movimento creativo in diverse situazioni di disabilità.

Nei suoi corsi danzano insieme ballerini di qualsiasi condizione ed estrazione sociale, uomini e donne con malattie fisiche e mentali, alla scoperta di se stessi e degli altri. L’incontro con l’energia e la danza di Maria cambiano la vita di chi l’incontra – riferisce Gergolet, nato nel 1977 a Monfalcone (Gorizia)  – Dopo aver sperimentato  e trasmesso agli altri per tutta una vita il suo metodo basato sulla percezione dei ritmi interni e sulla simbiosi con la musica Maria Fux ha preso in consegna un’ultima allieva, forse la più difficile: se stessa”.

Maria Fux

Maria Fux

Ultranovantenne, Maria Fux “non ha perso la verve e la grazia che ne hanno fatto una delle grandi della danza”, afferma il regista, che ha girato nella scuola di Maria dove “la missione è trasformare con la danza e la simbiosi con la musica i limiti di ognuno in risorse”. Perché – sostiene l’anziana insegnante di ballo – “la danza è  l’incontro di un essere con gli altri”.

La sua carriera inizia molto precocemente. Tra il 1954 e il 1960 è una delle prime ballerine del Teatro Colon di Buenos Aires, protagonista di tournée di successo negli Stati Uniti, Polonia, Russia, Perù, Brasile e Uruguay. Dal 1960 al 1965 dirige il “Seminario di Danza” all’Università Nazionale di Buenos Aires. Successivamente svolge un’intensa attività di recital e seminari didattici in molte città dell’America Latina, dell’Europa e del Medio Oriente. Nel 1968 presenta al Congresso Internazionale di Musicoterapia, che quell’anno si svolge a Buenos Aires, una relazione sul tema “La danza come terapia” dove per la prima volta si parla dell’importanza della danza come mezzo educativo ed espressivo per gli audiolesi.

Da quel momento Maria Fux diventa un punto di riferimento in Europa e nelle Americhe per la formazione alla danzaterapia. Nel 1980 inizia la collaborazione in Italia con Lilia Bertelli con la quale fonderà a Firenze nel 1989 il Centro Toscano di formazione in danzaterapia “Maria Fux”. Oggi molti operatori, medici e psicologi, che hanno sperimentato la validità del metodo di Maria Fux lo applicano nel trattamento di persone di varie età con problemi sensoriali (non vedenti, non udenti), sindrome di Down, disagio psicologico, sia a scopo riabilitativo che terapeutico. Il 14 maggio 2002 e’ stata nominata “cittadina illustre” di Buenos Aires.

21 agosto 2014

Ti è piaciuto il contenuto? Condividi con i tuoi amici.

Lascia un commento