Decreto lavoro, il governo chiede la fiducia. Renzi:discutere pure dei dettagli, ma il «sì» sia rapido

 

 "Assemblea di lavoratori Whirlpool" Varese  (foto/ © 2013 Chiara Vettraino)

“Assemblea di lavoratori Whirlpool” Varese
(foto/ © 2013 Chiara Vettraino)

Il Governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sul testo sul decreto lavoro che approda oggi in Aula alla Camera.
Domani alle 13.30 inizieranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia . Si passerà poi all’esame degli ordini del giorno mentre giovedì alle 12 inizieranno le dichiarazioni sul voto finale. Lo ha stabilito la capigruppo della Camera.

Ecco le riforme principali previste dal decreto lavoro:

  • Viene alzata da un anno a tre anni la durata dei contratti a tempo determinato senza causale, cioè quelli per cui non è obbligatorio specificare il motivo dell’assunzione. La forza lavoro assunta con questo tipo di contratto non potrà essere più del 20 per cento del totale degli assunti (nel testo originale era il limite era fissato al 20 per cento dell’organico complessivo).
  • I contratti a tempo determinato si potranno rinnovare fino a un massimo di cinque volte in tre anni (erano otto nel testo originale), sempre che ci siano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa.
  • Salta l’obbligo di pausa tra un contratto e l’altro.
  • I contratti di apprendistato avranno meno vincoli, ma è stato reintrodotto l’obbligo per i datori di lavoro di assumere a tempo indeterminato alcuni apprendisti per assumerne di nuovi. L’obbligo di stabilizzazione riguarda solo le aziende con almeno 30 dipendenti e la quota minima di apprendisti da stabilizzare è il 20 per cento. La busta paga base degli apprendisti sarà pari al 35 per cento della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento.
  • La formazione pubblica per l’apprendistato sarà di nuovo obbligatoria, a condizione che la regione provveda a comunicare al datore di lavoro come sfruttare l’offerta formativa entro 45 giorni dall’inizio della firma del contratto. Il datore dovrà quindi integrare la formazione aziendale (on the job) con la formazione pubblica.
  • Le donne che restano incinte durante un contratto a tempo determinato possono conteggiare anche la maternità come durata del contratto, superando così la soglia dei sei mesi (durata minima che la legge vigente richiede per il riconoscimento del diritto di precedenza). E se un’azienda assume nei dodici mesi successivi, le donne in congedo maternità hanno la precedenza.
  • È prevista inoltre l’abolizione del Durc (Documento unico di regolarità contributiva), il documento sugli obblighi legislativi e contrattuali delle aziende nei confronti di Inps, Inail e Cassa edile. Sarà sostituito da un modulo da compilare su internet.

Il 12 marzo il consiglio dei ministri ha approvato anche un disegno di legge delega al governo che affronta gli altri temi contenuti nel Jobs act: dagli ammortizzatori sociali ai servizi per il lavoro, dall’introduzione di un sussidio di disoccupazione al salario minimo, dalla riduzione delle forme contrattuali alla tutela per le donne in maternità.

Queste misure avranno tempi di approvazione più lunghi. Il disegno di legge dovrà essere convertito in legge delega dal parlamento e il governo dovrà dare attuazione delle norme in un tempo stabilito dalla legge stessa.

In serata, in un’intervista al Tg1, il premier Matteo Renzi ha ribadito l’urgenza della riforma spiegando che le polemiche dentro la maggioranza sono «tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale ma con rispetto della campagna elettorale noi vogliamo governare. Sui dettagli discutiamo ma alla fine si chiuda l’accordo perché non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione». «Sui dettagli – ha aggiunto – discutano quanto vogliono basta che alla fine si chiuda l’accordo rapidamente: perché se le proproghe devono essere cinque o otto, sono dettagli. Ma qui stiamo parlando di un’emergenza e va trovato rapidamente un accordo».

22 aprile 2014

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