Se penso al voto di domenica, avvelenato dalla voglia di dare una lezione a Matteo Renzi, dalla contrapposizione esasperata Pd-M5s, mi conforta ricordare la leader radicale, l’ ex ministra degli Esteri ed ex commissaria Ue Emma Bonino quando afferma: «Io sto con Sala», e assegna a Milano un ruolo di «capitale civile». Perché, spiega: «La città metropolitana di Milano conta quasi 3 milioni di abitanti ed è una delle aree più proiettate nel mondo, non solo nel settore economico, ma anche per la cultura e l’arte, la ricerca scientifica, le università e per la gestione di questioni come l’inclusione dei migranti. In tutti questi ambiti, sarei felice di dare consigli su come le libertà e i diritti possono andare a braccetto tra loro, cercando di scambiare le migliori pratiche con grandi aree metropolitane europee.».
Beppe Sala è l’uomo giusto per continuare a far crescere una città che si è scoperta attrattiva ed aperta al mondo. Sono convinta che i benefici di questo processo debbano estendersi a tutta Milano, investendo nelle migliori innovazioni sul piano ambientale, della mobilità, della sicurezza e del lavoro. Ne è una conferma questa attenzione alle periferie, proprio per salvaguardare la specificità di Milano, poiché esse non devono essere un aspetto indipendente dalla Milano capitale civile, la quale per essere tale, deve pensare agli ultimi, agli esclusi.
Pertanto domenica 19 giugno 2016 diventa una data importante, poiché sarà il momento finale e atteso di un lungo percorso che decreterà chi sarà il Sindaco di Milano e la sua squadra per i prossimi cinque anni. Dall’altra parte c’è Parisi che sebbene sia stato scelto da Berlusconi nelle stanze di Arcore, continua a ripetere che non è “berlusconiano”. Egli continua pure a sostenere che ha in mano lo scettro del comando della coalizione che rappresenta, ma poi è in effetti Salvini che detta la linea su moschee ed emigrati. Insomma è un teatrino delle ambiguità.
Infatti, Parisi non è riuscito a spiegare come un uomo come lui che ha un passato socialista stia rappresentando dei partiti che aizzano all’odio contro i poveri e gli immigrati, senza offrire delle soluzioni accettabili. Beninteso il rappresentante di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia infiocca i suoi discorsi con grandi dichiarazioni antifasciste, ma poi rimane a bocca chiusa quando il principale giornale che lo sostiene pubblica il Main Kampf! Non D’Annunzio, il Main Kampf! Pertanto quando scrivo che, Parisi è il protagonista principale del teatrino delle ambiguità, non mi pare di essere esagerata.
Una prova più che evidente è quando egli parla di “grande cambiamento”. Cambiamento di che? Cosa può cambiare il Parisi se chi lo sostiene è tutta gente già vista e stravista che vuole solo la restaurazione: i La Russa, i De Corato, gli Albertini, i Formigoni, le Gelmini e via dicendo. Dopo tutto a differenza di Beppe Sala, Parisi non ha annuncaito i nomi della sua squadra. Sicuramente perché Lega e Forza Italia si sono già messi d’accordo per dividersi le eventuali “poltrone” in Giunta.
“Il Sindaco è importante, Milano pure. Ci vuole Sala“, ho scritto su questo blog. Chi vuole se lo può leggere e trova elencate e spiegate tutte le differenze tra il programma di Stefano Parisi e quello di Beppe Sala. Si commenta da sé. Sicché sono orgogliosa di partecipare a questa sfida al futuro per Milano metropolitana ed europea. Una Città efficiente, sostenibile e giusta, capace di non lasciarsi mai indietro nessuno. Sono convinta che con Beppe Sala sindaco, e con la collaborazione delle 133 Amministrazioni sparse sul territorio metropolitano, prenderà forma una Città Metropolitana ben amministrata, efficiente, competitiva, proiettata nel futuro. Sicché si evidenzierà in maniera esponenziale l’importanza del ruolo che la Grande Milano ha e avrà, in Italia e in Europa.
E così, domenica 19 vi chiedo di votare e convincere a votare Beppe Sala.
Arianna Censi