Donne in primo piano. Samantha Cristoforetti: “Mi sto trasformando in una creatura dello Spazio”
(foto: Esa/Nasa)
Nella sua prima Inflight call, l’astronauta italiana dell’Esa racconta le sensazioni e le attività svolte durante il primo periodo passato sulla Stazione spaziale internazionale. Con un unico “rimpianto”
di Anna Lisa Bonfranceschi
L’unico rimpianto (se volessimo chiamarlo tale) è quello di non“aver studiato meglio la geografia. Lo farò meglio in preparazione del prossimo volo”. Scherza così, in collegamento dallo Spazio, l’astronauta italiana del’EsaSamantha Cristoforetti, che si diverte a far roteare il microfono tra le mani durante la sua prima inflight call con l’Agenzia spaziale italiana.
“Sono molto curiosa, come del resto sono tutti gli astronauti, e nel momento stesso in cui ammiro la bellezza del nostro pianeta dalla cupola della Stazione spaziale vorrei anche saperne di più: vorreileggerlo il più possibile, comprendere meglio questo atlante fisico, pieno di nuvole, vulcani, fiumi, montagne, che è in continua tarsformazione”. La vista dalla cupola, continua l’astronauta, è tra le due sensazioni che metterebbe nella lista di quelle più belle sperimentate durante la sua permanenza a bordo della Iss: “L’Italia in particolare dallo Spazio è bellissima, e non solo perché è il mio paese. È una combinazione di coste, isole, e montagne che la rendono speciale da quassù”. L’altra sensazione speciale provata lassù è l’assenza di peso: “È eccezionale lasciarsi andare, chiudere gli occhi e cercare di capire cosa vede e sente il cervello e al tempo stesso i trucchi che trova per gestire una situazione così”.
Ma ci sono anche le attività di manutenzione (anche dell’equipaggiamento) a tenere impegnati gli astronauti. La più impegnativa è avvenuta appena l’altro ieri: “Abbiamo dovuto eseguire l’integrazione di un’unità con elementi molto piccoli sulla tuta spaziale che verrà utilizzata durante la passeggiata spaziale di un collega prevista per il prossimo gennaio. Si è trattato di un lavoro molto delicato, che ha richiesto molta concentrazione”, confida l’astronauta.
Se però le chiedete quale sia stato il momento più bello di questi primi giorni nello Spazio è quasi in imbarazzo a rispondere. “È difficile sceglierne uno, specialmente se penso al giorno del lancio. Ho vissuto un’intensità di immagini ed emozioni che non saprei davvero quale scegliere: il lancio, lo stacco dei diversi stadi, le prime sensazioni dell’assenza di peso, il primo sguardo fuori, l’arrivo, l’abbraccio coi colleghi, la prima alba… Un’immagine però ricordo in particolare: eravamo sui gradini della rampa di lancio e stavamo facendo il tradizionale saluto. A un certo punto il vento ci ha portato davanti agli occhi i vapori freddi del combustibile. Vedevamo a tratti le persone, ora offuscate dal vapore, ora no. È stato come se la Terra stesse usando quell’abbraccio freddo per salutarci”.
Infine, visto che manca poco a Natale – non mancano neanche sulla Iss l’albero e le calze – anche Samantha manda i suoi auguri agli italiani: “Io sono una che dall’Italia ha avuto molto, e a cui mi sento di dire grazie. Il mio augurio è che siano sempre di più quelli che possano dire lo stesso”.