La Procura di Torino ha chiuso formalmente l’inchiesta Eternit bis in cui è indagato l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny. Si procede per omicidio volontario continuato. Una cinquantina di casi di morte in più, oltre ai primi 213, saranno contestati a Stephan Schmidheiny. I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace stanno lavorando all’atto formale di chiusura delle indagini (che aggiorna il precedente di alcuni mesi fa).
Il processo Eternit svoltosi ieri in Cassazione si occupato solo del disastro ambientale, “non erano, quindi, oggetto del giudizio i singoli episodi di morti e patologie sopravvenute, dei quali la Corte non si è occupata”, sottolinea la Suprema Corte. L’oggetto del processo Eternit svoltosi ieri in Cassazione “era esclusivamente l’esistenza o meno del disastro ambientale, la cui sussistenza è stata affermata dalla Corte che ha dovuto, però, prendere atto dell’avvenuta prescrizione del reato”, avvenuta nel 1986 con la chiusura degli stabilimenti.
Renzi, cambieremo tempi del processo e regole del gioco della prescrizione
“Cambieremo i tempi del processo e le regole del gioco della prescrizione”, così il premier Matteo Renzi, commentando la sentenza su Eternit a Rtl 102,5. “Da cittadino italiano mi colpisce e mi fanno venire un po’ di brividi le interviste ai familiari, a vedove e figlie che mostrano una dignità straordinaria perché credono nella giustizia più di quanto a volta fa un servitore dello Stato. E continuano a combattere, con l’idea di aggrapparsi al tema della giustizia come etica del Paese” ha proseguito.
Dal punto di vista del merito, ha detto Renzi, “o quella vicenda non è un reato, o se è un reato ma è prescritto bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione. Ci sono dei dolori che non hanno tempo. Dobbiamo far in modo che i processi siano piu’ veloci, e dobbiamo cambiare la prescrizione”.”Profonda tristezza per sentenza #Eternit. Un abbraccio alle comunità e ai sindaci, con cui continueremo a lavorare per bonifica da amianto”. Lo scrive su Twitter il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, commentando la sentenza di ieri della Corte di Cassazione. A Casale Monferrato il sindaco Titti Palazzetti, ha proclamato il lutto cittadino. Questa mattina, a partire dalle ore 10 il sindaco Titti Palazzetti e gli assessori del Comune di Casale Monferrato parteciperanno alla manifestazione spontanea che si terra’ in piazza Mazzini.
La condanna di Stephan Schmidheiny per il processo Eternit è stata annullata senza rinvio perché il reato è prescritto. Il presidente della prima sezione penale della corte di Cassazione Arturo Cortese ha dunque accolto la richiesta del procuratore generale Francesco Iacovello che chiedeva la cancellazione della condanna a 18 anni in secondo grado per il magnate svizzero per disastro ambientale doloso permanente e omissione di misure antinfortunistiche. L’imputato era stato condannato dalla corte d’appello di Torino il 3 giugno 2013. La prescrizione è maturata al termine del primo grado, cioè il 13 febbraio 2012. Indignata la reazione dei parenti delle vittime: «Vergogna!», hanno gridato. Mentre il magnate svizzero chiede: «Ora basta a processi ingiustificati».
Anm, riforma prescrizione è priorità urgente
“Non entriamo nel merito di questo processo, bisogna attendere le motivazioni ma la sentenza Eternit offre uno spunto di riflessione sul tema della prescrizione, la cui riforma è una priorita’ urgente”. Così il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, interviene nel dibattito scaturito dal verdetto pronunciato ieri dalla Cassazione che ha annullato la condanna a 18 anni di reclusione al magnate svizzero Stephan Schmidheiny, dichiarando prescritto il reato di disastro ambientale doloso. “La magistratura associata lo sta ripetendo da anni: la legge ex-Cirielli èassolutamente inadeguata e riformare la materia della prescrizione è una urgenza”, dichiara Sabelli che aggiunge: “Dopo il consiglio dei ministri del 29 agosto scorso, in merito al disegno di legge del governo sulla prescrizione, abbiamo già detto che prevedere una sola causa di sospensione è del tutto insufficiente, perché non mette in discussione la struttura venuta fuori dalla riforma del dicembre 2005”.
20 novembre 2014