Mozione bipartisan in consiglio di Zona 8 indirizzata a Palazzo Marino: “il volontariato è una prestazione a favore di categorie che hanno gravi necessità e bisogno di assistenza” e non è il caso di Expo
di Oriana Liso
Non volontari, ma lavoratori regolarmente retribuiti. Perché «il volontariato è una prestazione a favore di categorie che hanno gravi necessità e bisogno di assistenza» ed Expo 2015 — è questo il senso della protesta — non rientra in questa definizione. L’ultima (in ordine di tempo) polemica sulla ricerca che Expo sta facendo per trovare oltre 10mila volontari, soprattutto fra i giovani, per i sei mesi di manifestazione, arriva dal consiglio di Zona 8 a Milano.
A maggioranza è stata votata una mozione urgente dal titolo esplicativo: “Expo: lavoratori, non volontari”. Si chiede al Comune, in quanto socio di Expo spa, che «si presti e si adoperi affinché tutti coloro che presenteranno attività lavorativa per la società vengano correttamente identificati come lavoratori e ognuno riceva, così come previsto dall’articolo 36 della Costituzione, la retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro».
In modo bipartisan (visto che tra i 22 favorevoli ci sono eletti di quasi tutti i partiti presenti, gli otto tra astenuti e contrari sono di Pd, Forza Italia e Ncd) i consiglieri contestano il fatto che ai volontari «si chieda di svolgere, nei fatti, un’attività lavorativa subordinata, part time e a termine, al di fuori di qualsivoglia disciplina contrattuale e legale». La selezione dei volontari è partita da alcune settimane: si cercano persone disposte a lavorare per due settimane, per cinque ore e mezzo al giorno, occupandosi di accoglienza, supporto e informazione per i visitatori.
Finora sono oltre 4mila le candidature. Sul sito di Expo si celebrano i numeri del passato: a Londra, per le Olimpiadi 2012, sono stati 70mila i volontari, a Torino nel 2006, all’Expo di Shanghai 2010 ancora in 70mila.
Fonte: Repubblica.it
29 giugno 2014