“Sollecitiamo la predisposizione dei decreti attuativi mancanti per permettere una piena attuazione della legge 42 sul federalismo fiscale. Un federalismo fiscale ancora lontano che dovrebbe basarsi, innanzitutto, su una piena autonomia fiscale dei sistemi territoriali“. Così il presidente dell’Anci Piero Fassino, nel corso dell’audizione del 27 febbraio alla Camera dei Deputati dove i Comuni sono stati auditi per fare il punto sul federalismo fiscale.
“Il primo aspetto evidente – ha detto Fassino – è che, ad oggi, sono stati approvati solo nove decreti attuativi, il che rende la legge delega incompiuta quindi faticosa da gestire. So bene, da ex parlamentare, che si tratta di una materia complessa ma occorre una decisa accelerazione per predisporre gli strumenti mancanti“.
Il presidente Anci è entrato quindi nel merito della riforma federale sottolineando che, “uno dei pilatri della legge 42 era l’autonomia fiscale degli enti territoriali, autonomia scritta anche in Costituzione. In realtà, però, manca un impianto sui tributi che dia concretezza a questa autonomia’’.
E proprio sui vari passaggi da Ici/Imu a Tasi/Iuc, il sindaco di Torino ha ricordato come “si sia generato per il 2014 un minor gettito rispetto al 2013, questione che dovrebbe risolversi, speriamo in termini soddisfacenti, tramite un decreto che il Consiglio dei ministri dovrebbe adottare nella riunione di domani”.
Ma è tutto l’impianto della finanza locale ad essere ancora troppo confuso per
Fassino. “Il vero problema – ha notato – è sull’esercizio 2015, su cui manca una normativa chiara. Per questo – ha ribadito Fassino – chiediamo l’intero tributo sulle abitazioni, compresi gli immobili produttivi di categoria D, anche nella prospettiva di una riduzione della pressione fiscale”.
“Se si va verso questa direzione – assicura il presidente dell’Anci – i sindaci sono disposti anche a rivedere quegli strumenti perequativi su cui contano oggi, tipo il fondo di solidarietà, che presenta ancora le problematicità sul funzionamento e sulle modalità di alimentazione. Cosi’ come segnalo l’ assenza, in capo ai Comuni, di strumenti fiscali che agevolino gli investimenti sui territori. Mettiamoci intorno ad un tavolo e facciamo chiarezza sulla titolarità dei tributi locali“.
Tornando a costi e fabbisogni standard, il presidente Anci ha posto all’attenzione della commissione sul Federalismo fiscale due questioni precise: “Le funzioni fondamentali – ha detto – contengono solo una parte dei servizi erogati che noi eroghiamo. Penso, ad esempio, a tutta la partita delle politiche sulla cultura, completamente ignorata nell’impianto attuale“.
Altra criticità evidenziata è la determinazione sui livelli dei servizi. “D’accordo sul superamento della spesa storica – ha precisato il presidente Anci – ma se questa determinazione va a colpire servizi di alta qualità già presenti, rischiamo di dover chiudere asili nido perché sono troppi come mi è stato chiesto di fare a Torino. Fornire questo genere di servizi è una scelta di civiltà, non bisogna dimenticarlo”.
Infine, Fassino ha lanciato una proposta: una sorta di commissione “tripartita” per andare verso un percorso condiviso di riforma del fisco territoriale. “Lasciando a lungo i Comuni in mezzo al guado il rischio è di vederli trascinare via dalla corrente. Mettiamoci definitivamente alle spalle l’orribile 2013 appena concluso. Attiviamoci per uno strumento di concertazione tra Governo, Parlamento ed enti locali per scrivere insieme un percorso convenuto. Dal 2011 ad oggi – ha quindi concluso – i Comuni sono stati destinatari di 38 decreti che ci hanno costretti a fare i bilancio una volta al mese. Serve un cambio di passo, è una scelta non più rinviabile“.
3 marzo 2014