I primi dati sulle adesioni alla Garanzia giovani segnalano un alto numero di iscrizioni interregionali. I motivi possono essere i più svariati. Ma rimandano una richiesta di scelte politiche coraggiose. Il confronto tra Regioni “preferite” e incidenza dei giovani che non lavorano e non studiano
di Daniele Fano
I primi dati forniti dal ministero del Lavoro sulle adesioni al programma Garanzia giovani(1)offrono una conferma chiara dell’interesse per percorsi in una Regione diversa da quella di residenza. E d’altra parte, il fatto di poter “scegliere con i piedi”(2), esprimendo una o più preferenze per le regioni di destinazione, rappresenta uno degli aspetti innovativi di questo programma. Su 138.000 aderenti dal primo maggio al 25 luglio 2014, circa 15.000 hanno optato per una o più registrazioni “esterne” (e cioè in regioni diverse da quella di residenza)(3) . In testa, Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio con oltre 5000 di tali preferenze ognuna. In alcune regioni le adesioni “esterne” sono più numerose di quelle “interne”.
Un evento scontato, vista la nota propensione dei giovani italiani a cercare fortuna all’estero o fuori dalla propria Regione? Forse sì, ma per la prima volta il fenomeno chiama direttamente in causa la responsabilità delle istituzioni. Infatti, piuttosto che a una sommatoria di scelte individuali, assistiamo alla risposta a un programma preciso, raccomandato dall’Unione Europea e attuato da Stato e Regioni.
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11 agosto 2014