Iran, le donne primeggiano su tutti i fronti. O quasi

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La rivincita delle donne giornaliste. Nel 1992 erano il 13% del numero totale di reporter, oggi sono quasi la metà. Boom di divorzi. Il 20 per cento dei matrimoni finisce in separazioni. E la nuova tendenza è quella di celebrare l’evento con riunioni gioiose

di Redazione

In Iran quasi la metà dei giornalisti è composto da donne, con un balzo in avanti rispetto agli anni Novanta accompagnato da una raffica di nomine editoriali avvenuta negli ultimi tempi. La statistica che fa notizia viene dal ministero della Cultura e della Guida Islamica, secondo il quale in Iran vi sono un totale di 8044 giornalisti 3455 dei quali – pari al 42% – sono donne. Si tratta di un considerevole balzo in avanti da quando, nel 1992, le donne raggiungevano a malapena il 13%, contando 278 reporter su un totale nazionale di 2145.  

 Fra i motivi del cambio di marcia c’è l’aumento delle donne nei media di orientamento riformista. “Shargh Daily” ad esempio ha molti capiredattori donne così come “Etemaad Daily” ha la metà del corpo redazione composto da donne. Nel caso di “Ghanoon Daily” e “Andishe-Pooya” – un mensile – sono i direttori ad essere donne. A guidare un giornale è anche Shahla Sherkat, di “Zanan-e Emrooz”, che si batte per i diritti delle donne facendo esplicito riferimento alla legge islamica per rivendicarne il rispetto. Ad essere guidati da donne sono anche “Iran-e Farda Monthly”, il “Nationalist-Religious Party Journal” e “Cinema-Adabiat Monthly”.  

 Ma non è tutto perché le donne si fanno spazio anche fra i conservatori della Repubblica Islamica ed a dimostrarlo è “Masalas Weekly”, che ha 7 donne su 20 membri del comitato direttivo. La conseguenza è che aumentano le ragazze anche negli studi di Comunicazioni e Media delle maggiori università.

Altra realtà sensazionale, impensabile fino a qualche anno fa riguarda il boom dei divorzi.  Nella Repubblica Islamica, toccano oramai il 20 per cento dei matrimoni annui. Con la conseguenza di moltiplicare acquisti di vestiti, regali e addobbi di ogni tipo perché la tendenza prevalente è celebrarli organizzando party per amici e parenti. Sono gli organi di stampa iraniana a far sapere che la “festa del divorzio” è diventata un costume sociale molto diffuso, anche perché si trasforma subito nell’inizio della ricerca del nuovo partner.  

 Si tratta di party che spesso sfidano le rigide regole del decoro pubblico della Repubblica Islamica perché le donne si presentano con sgargianti vestiti da sera ed è la musica occidentale il sottofondo delle serate. Da qui le denunce del clero sciita contro la “tendenza diabolica” di “festeggiare un divorzio” ovvero un momento di disgregazione sociale.  

 Ma il boom di divorzi ha anche un altro risvolto ovvero mette a dura prova la tenuta del sistema giudiziario. Basti pensare che il ministro della Giustizia, Mustafa Pour Mohammadi, parla di almeno “14 milioni di casi di separazioni in corso” con un conseguente esercito di avvocati, giudici e funzionari mobilitato in permanenza per la loro gestione. 

6 marzo 2015

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