Sono già 76.000 le aziende che hanno fatto richiesta del bonus Renzi, cioè dello sgravio triennale sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal primo gennaio scorso, previsto dalla legge di Stabilità per il 2015. Un’agevolazione che si traduce in una riduzione dei contributi Inps fino a un massimo di 8 mila euro l’anno
di Marino Longoni
Di queste 76 mila aziende, 16.200 sono in Lombardia, mentre quelle del Lazio si avvicinano a quota 10 mila. I dati sono stati forniti dal direttore centrale delle entrate dell’Inps nel corso del videoforum organizzato da ItaliaOggi e dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro, venerdì 13 marzo. Si tratta di dati che significano una cosa sola: le aziende stanno ricominciando ad assumere.
Ancora più clamoroso il dato del settore agricolo, dove lo stesso beneficio funziona in modo leggermente diverso ed è subordinato ad una comunicazione che le aziende potevano inoltrare a partire dal 10 marzo 2013: in tre giorni sono stati prenotate le risorse per l’assunzione di 1.100 lavoratori, esaurendo i fondi messi a disposizione per questo settore economico (2 milioni di euro, per l’anno 2015; 15 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2016 e 2017; 11 milioni di euro, per l’anno 2018; 2 milioni di euro, per l’anno 2019).
Fa piacere che, una volta tanto, le iniziative dell’esecutivo raggiungano velocemente l’obiettivo per il quale erano state pensate, che è naturalmente quello di ridurre la piaga della disoccupazione. Quindi è facile prevedere che tra pochi giorni questi dati diventeranno argomento dei talk show televisivi e saranno sventolati come un successo dell’esecutivo.
Si potrebbe opporre, volendo proprio fare i pignoli, che l’esonero contributivo è disponibile solo per un anno, il 2015. Può essere un periodo sperimentale, dopo il quale il governo potrebbe decidere se rendere permanente il bonus Renzi oppure apportare modifiche.
Oltretutto dare una scadenza all’agevolazione potrebbe servire a mettere un po’ di fretta alle imprese, in modo da stimolare un’assunzione che, in mancanza del bonus, avrebbe anche potuto essere rimandata.
Quello che però i rappresentanti del governo certamente non diranno è che questo benefit ha in realtà sostituito un’analoga forma di agevolazione per i neo assunti che era in vigore da 24 anni (legge 407 del 1990), a favore di nuove assunzioni di lavoratori disoccupati e cassaintegrati. Un contributo stabile da molti anni, probabilmente eliminato per far posto al bonus Renzi.
Fonte: ItaliaOggi
16 marzo 2015