Il futuro dell’artigianato dalla A alla Z

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Il rapporto 2014 di Confartigianato Lombardia racconta le possibile vie d’uscita per le piccole e micro imprese

di Francesco Cancellato

«Partiamo da qui», s’intitola l’edizione 2014 rapporto sull’artigianato e sulle piccole e micro imprese di Confartigianato Lombardia. Regione «locomotiva» del Paese per antonomasia, idealtipica, a suo modo, per comprendere se vi saranno possibilità di rilancio o meno.  In Lombardia come altrove,  non c’è parola migliore di ARTIGIANO, da cui iniziare. Un termine che va oltre i 344mila imprenditori lombardi, uno su cinque, che si definiscono tali e il luogo comune di chi per troppo tempo ha declinato l’artigianato al passato. Artigiano oggi non è solo un nome, ma un attributo che connota la capacità sartoriale di costruire soluzioni su misura per le esigenze di ogni singolo acquirente. È dal 2008 che per gli artigiani lombardi sono anni duri e il 2013 è stato il più duro di tutti: 5.216 imprese in meno, pari al 2% sul totale, la quasi totalità delle quali afferenti ai settori della manifattura (-1.540) e delle costruzioni (-3.464). In sintesi: l’artigianato è il futuro, a patto che cambi, cresca, si evolva.

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