Preferisco non sparare frasi ad effetto per raccogliere voti. Preferisco i fatti.
Partiamo da un dato concreto:
La Commissione Europea sostiene che sarà lo sviluppo delle Città metropolitane a determinare ed influenzare il futuro dell’Unione.
Pertanto ha varato un “Programma operativo” che per l’Italia prevede un primo stanziamento di 900 milioni di euro con l’invito a dotarsi di una “ambiziosa Agenda Urbana” ai fini di consentire alle amministrazioni cittadine, di essere direttamente coinvolte nell’elaborazione delle strategie di sviluppo. Con l’obbligo di iscrivere tra le priorità in assoluto, i trasporti e la mobilità sostenibile.
L’attenzione è concentrata sulle Città metropolitane perché, spiega la Commissione Europea: «le città sono luoghi in cui emergono i problemi, ma dove si trovano anche soluzioni. Sono un terreno fertile per scienza e tecnologia, cultura e innovazione, per la creatività del singolo e della comunità. Le città, inoltre, hanno un ruolo chiave nello sforzo volto a mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici. D’altra parte, è nelle città che si concentrano anche problemi quali disoccupazione, discriminazione e povertà».
Se la Commissione colloca tra le priorità in assoluto, i trasporti e la mobilità sostenibile una ragione c’è.
Perché bisogna imparare a gestire con oculatezza la progressiva estensione delle aree metropolitane.
Perché vuol dire distribuire servizi e creare le infrastrutture necessarie per creare un sistema integrato.
Perché la valorizzazione in chiave di sostenibilità rappresenta una opportunità di sviluppo e, al contempo, una sfida da affrontare per evitare fenomeni di marginalizzazione e creare un’area metropolitana non pienamente realizzata.
Del resto la Città metropolitana è un cardine sul quale si gioca il futuro di tutta l’Europa. A Berlino, il collega tedesco che si occupa di mobilità mi ricordava che la popolazione residente nella cintura esterna dell’area metropolitana della Capitale è aumentata ad un tasso di crescita più sostenuto di quello registrato a livello nazionale, e tutto questo ha posto importanti sfide in termini di pianificazione, gestione dei servizi pubblici, della sostenibilità. Ha messo in moto tutta una serie di iniziative e di azioni concrete per gestire l’invecchiamento della popolazione, per garantire l’integrazione tra diverse culture, per superare le diseguaglianze e gli squilibri sociali.
Non è un problema soltanto di Berlino, perché è risaputo che il XXI secolo sarà il “secolo delle città” poiché dopo il sorpasso della popolazione urbana su quella rurale, avvenuto nel 2007, oggi la maggioranza delle persone vive in aree urbane con processi di inurbamento in continua crescita.
Leggo che la popolazione urbana a livello globale è cresciuta rapidamente da 746 milioni nel 1950 a 3,9 miliardi del 2014 e, secondo le stime delle Nazioni Unite, supererà i 6 miliardi entro il 2045. Tuttavia non è cresciuta soltanto la popolazione residente in città, ma anche la dimensione media degli insediamenti urbani. Assicurano gli esperti, che questo trend interessa tutte le città con oltre 300 mila abitanti. Quindi come vado sostenendo da mesi senza Città metropolitana non si vince la sfida con il futuro.
Alle prossime elezioni amministrative del 5 giugno, sei sindaci eletti saranno a capo delle Città metropolitane. La legge Delrio – 56 del 2014 – ne ha istituite dieci (Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Reggio Calabria) alle quali si aggiungono quelle delle Regioni a Statuto speciale (Palermo, Catania, Messina e Cagliari).
In Europa, Milano è la terza città metropolitana, subito dopo Londra e Parigi per estensione e numero di abitanti. Ed è la “capitale” del Sud Europa precedendo Madrid, Barcellona e ovviamente Lisbona. Beninteso, da Madrid e Barcellona abbiamo qualcosa da imparare in fatto di trasporti, almeno questa è l’idea che mi sono fatta visitandole.
Ma è da Lione che abbiamo da imparare benché essa sia partita avvantaggiata grazie alla sua lunga e positiva tradizione di concertazione intercomunale. Lione ha fatto di nuovo da apripista alle altre agglomerazioni urbane, e ha oggi a disposizione poteri e strumenti rilevanti per perseguire i suoi obiettivi ambiziosi come il miglioramento del ‘posizionamento competitivo’ di Lione, che le consentirebbe come primo effetto di rispondere in maniera soddisfacente alle attese piú variegate. Non a caso fra i grandi obiettivi strategici del governo metropolitano lionese – come per noi del resto – primeggia la lotta al consumo di suolo e la tutela perenne delle aree agricole e di pregio ambientale.
Ho anche personalmente verificato che le buone pratiche di concertazione intercomunale hanno funzionato a Lione – e nella stessa Francia – come un formidabile acceleratore di innovazione sociale e ambientale sia a livello centrale che locale. E questo mi è stato di conforto perché in questo anno e mezzo da ex presidente della Commissione Statuto della Città Metropolitana e Consigliere delegato a mobilità e viabilità, la grande parte degli obiettivi raggiunti lo devo appunto alle buone pratiche di concertazione intercomunale, delle quali sono una convinta sostenitrice.
Naturalmente, Milano metropolitana tra tutte primeggia, per l’elevata concentrazione di attività industriali e terziarie e per il sistema di collegamenti infrastrutturali e lo sviluppo edilizio che ne fa una delle conurbazioni di maggiori dimensioni a livello nazionale e in Europa
Sullo fondo l’Italia, la quale è storicamente uno dei maggiori esportatori a livello globale (398 miliardi di Euro nel 2014, circa il 2,8 per cento di tutte le esportazioni a livello mondiale) ed é e uno dei pochi Paesi ad economia avanzata e senza una ricca base di materie prime a registrare nel tempo un surplus commerciale. L’export, soprattutto nell’ultimo quinquennio, si è rivelato un elemento essenziale per sostenere una buona parte dell’economia e la competitività delle imprese italiane.
Gli esperti ci assicurano che vi sono margini di ulteriore crescita. Stando così le cose Milano città metropolitana, ha un ruolo trainante per l’Italia, si confermerà come il punto di riferimento della Nazione. Infine, noi che l’abitiamo vi potremo vivere meglio.
Se volete che affrontiamo tutti insieme questa sfida, VOTATEMI