Sono quattro gli uomini arrestati per lo stupro e l’omicidio di due sorelle in India, violentate, strangolate e poi appese a un albero di mango nel loro villaggio nell’Uttar Pradesh. Lo fa sapere la polizia, mentre prosegue la ricerca di altre persone sospettate. Almeno due arrestati sono poliziotti. Le foto delle due ragazzine sono state diffuse dalle principali agenzie fotografiche, Ap, Reuters, LaPresse. Le pubblichiamo – malgrado il loro contenuto sia estremamente duro – per dovere di cronaca: per documentare come si può morire impiccate a 14-15 anni, dopo uno stupro, nella più grande democrazia del mondo.
Gli abitanti del villaggio di Katra hanno trovato ieri mattina i corpi senza vita delle due ragazzine appesi a un albero di mango, ore dopo che erano scomparse dai campi vicini alla loro casa, ha riferito il sovrintendente della polizia Atul Saxena. Le sorelle erano andate nei campi perché nella loro abitazione non ci sono i servizi igienici. L’autopsia sui loro corpi ha rivelato che sono state stuprate, strangolate e poi appese all’albero, ha dichiarato Saxena.
Ieri centinaia di abitanti di Katra si sono seduti sotto l’albero a cui erano appesi i cadaveri, rifiutando di andarsene e restando fermi in silenzio in protesta contro l’inazione della polizia. La tv indiana ha trasmesso immagini in cui si vedono uomini e donne ai piedi dell’albero, da cui pendono i cadaveri che si muovono al vento, e che impediscono alle autorità di rimuoverli. La polizia non ha infatti accolto la denuncia o contribuito alle ricerche quando la famiglia delle giovani ha denunciato la loro scomparsa, poi non ha arrestato nessun sospetto sino a quando grazie alle proteste non sono intervenuti i rappresentanti del governo locale. Alcuni poliziotti del villaggio sono stati sospesi.
Le ragazze appartenevano a una famiglia della comunità Dalit (vale a dire “senza casta”). L’India ha reso più rigide le leggi sulle violenze sessuali contro le donne, prevedendo la pena di morte in alcuni casi, dopo che una studentessa 23enne fu brutalmente stuprata da un gruppo di uomini su un pullman notturno di Nuova Delhi, morendo poi per le ferite riportate. Il caso scatenò l’indignazione non solo in India, ma in tutto il mondo.
29 maggio 2014