L’appello degli scienziati europei: “Non scegliete l’ignoranza”

ricerca2

È la lettera aperta contro i tagli alla ricerca di base, scritta da nove ricercatori fra cui l’italiano Sylos Labini. Ecco come aderire alla petizione

gdottidi Gianluca Dotti

Gli scienziati europei hanno lanciato, con una lettera aperta pubblicata su Euroscience e ripresa anche da Nature, un allarme contro i tagli ai fondi per la ricerca di base in corso in tutti gli Stati dell’Ue. L’obiettivo della petizione è attivare sia i ricercatori sia i cittadini per difendere il ruolo della scienza nella società. Sono in tutto nove gli scienziati autori della lettera di appello, e tra questi c’è anche l’italiano Francesco Sylos Labini, fisico ricercatore che lavora al Cnr e al Centro Fermi.

La lettera – dal titolo Hanno scelto l’ignoranza – punta il dito soprattutto verso “i responsabili delle politiche nazionali di un numero crescente di Stati membri dell’Ue”, che secondo gli autori“hanno completamente perso contatto con la reale situazione della ricerca scientifica in Europa”.

Nel documento si critica soprattutto la scelta di concentrare sempre più fondi nella ricerca applicata, destinata all’industria, penalizzando di conseguenza la produzione di conoscenza che non è immediatamente funzionale all’economia, ma che mira a migliorare la società. Secondo gli autori della lettera i governi hanno scelto “di ignorare il contributo decisivo che un forte settore della ricerca può dare all’economia”, tagliando quindi sui progetti a lungo termine e dimenticando che “la scienza è una gara sulla lunga distanza.

Anche se all’inizio la lettera di protesta era indirizzata solo verso i Paesi più penalizzati nel settore della ricerca (fra cui Italia,SpagnaPortogallo e Grecia), alla fine anche gli scienziati tedeschi e britannici hanno deciso di aderire, poiché anche nei loro Paesi i fondi sono indirizzati soprattutto verso la ricerca applicata e “ci sono forti somiglianze nelle politiche distruttive che vengono seguite”.

Se vuoi aderire all’iniziativa puoi firmare la petizione direttamente sul sito di Euroscience.

Fonte: Wired

14 ottobre 2014

Ti è piaciuto il contenuto? Condividi con i tuoi amici.

Lascia un commento