di Redazione
Anche ieri che era domenica del si è tornati a parlare dell’intricato caso della presunta intercettazione pubblicata sull’Espresso fra il presidente della Sicilia Rosario Crocetta e il suo medico Matteo Tutino, nella quale Tutino avrebbe detto che Lucia Borsellino andava «fatta fuori, come il padre». In molti avevano chiesto le dimissioni di Crocetta – che dopo l’affermazione di Tutino, aveva scritto l’Espresso, era rimasto in silenzio – ma l’esistenza della telefonata era stata poi smentita dalla Procura di Palermo.
Domenica mattina, dopo giorni di polemiche e una iniziale “autosospensione” di Crocetta dal suo incarico, Crocetta ha detto all’ANSA: «Non mi dimetto, sono un combattente e un combattente muore sul campo. Se lo facessi la darei vinta ai poteri forti». Sono dichiarazioni molto diverse da quelle degli ultimi giorni, durante i quali Crocetta aveva espresso cautela e implicato la possibilità delle sue dimissioni. Ancora sabato 18, Crocetta aveva detto all’ANSA: «Se qualcuno mi chiede di espiare una colpa che non ho, lo farò; se qualcuno vuole che io insozzi la mia vita per quella colpa, lo farò; se qualcuno vuole la mia vita per riparare a quella colpa che non ho, io la darò».
Delle dimissioni di Crocetta, ad ogni modo, si parla da diversi giorni: secondo Repubblica e altri giornali italiani, lo stesso Partito Democratico – con cui Crocetta è stato eletto nel 2012 – ha deciso sabato 18 di indire delle elezioni anticipate «nel più breve tempo possibile». Sempre secondo Repubblica nel corso di domenica pomeriggio si terrà una riunione interna alla maggioranza di governo della Sicilia «per decidere come e in che tempi chiudere l’esperienza di governo».
Dall’inizio
Giovedì 16 luglio L’Espresso ha pubblicato l’anticipazione di un articolo in cui viene riportata tra virgolette una frase che proviene, secondo l’Espresso, da un’intercettazione tra Matteo Tutino e Rosario Crocetta. Nell’intercettazione, Tutino dice che Lucia Borsellino «va fermata, fatta fuori. Come suo padre». Nell’articolo si dice anche, facendo riferimento a Crocetta: «Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell’assessore della sua giunta, scelto come simbolo di legalità in un settore da sempre culla di interessi mafiosi». E si dice infine che «gli stralci di queste intercettazioni sono confermate dai magistrati e dagli investigatori che lavorano all’inchiesta».
Dopo la pubblicazione e le molte reazioni che ne sono seguite (compresa la richiesta di dimissioni di Crocetta arrivata da molti dirigenti del PD siciliano, oltre che ovviamente dall’opposizione), Crocetta ha detto all’ANSA di essersi “autosospeso” dal suo incarico. Il sito di news locale LiveSicilia ha scritto però che la decisione non è mai stata formalizzata e che quindi Crocetta è ancora al suo posto. Crocetta ha detto di «non averla mai udita [la frase di Tutino], forse ero in viaggio, in autostrada, in una zona d’ombra» e di considerarsi «solo una vittima di questa vicenda» parlando di «dossieraggio» e di «metodo Boffo» applicato nei suoi confronti. Crocetta aveva anche inviato una richiesta alla procura di Palermo per avere un incontro, con lo scopo di verificare la portata dell’intercettazione.
Intorno alle 17 di giovedì, il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha fatto sapere però che la frase pubblicata dall’Espresso non risulta agli atti del caso. Dopo la smentita della procura, la direzione del settimanale l’Espresso ha risposto sostenendo – senza fornire dettagli – che la conversazione esiste, risale al 2013 ed è contenuta in un fascicolo secretato.
Venerdì 17 luglio il caporedattore dell’Espresso ha spiegato al Corriere della Sera: «La Procura dice cose vere, la telefonata non è trascritta negli atti depositati, ma omette che sia fra gli atti non depositati di un’inchiesta collegata». Ma il procuratore Lo Voi di Palermo ha smentito di nuovo l’Espresso: «Ribadisco quanto contenuto nel comunicato stampa di ieri, 16 luglio. L’intercettazione tra il dottor Tutino e il presidente Crocetta, di cui riferisce la stampa, non è agli atti di alcun procedimento di questo ufficio e neanche tra quelle registrate dal Nas».
20 luglio 2015