“…..L’area della Città Metropolitana di Milano rappresenta il territorio più ricco del Paese sia in termini di valore aggiunto pro capite che in termini assoluti. Un’analisi delle specializzazioni produttive rivela l’esistenza di alcune eccellenze che consentono all’industria milanese di competere ad alti livelli internazionali ……queste ed altre evidenze portano a immaginare una sfida di discontinuità per il governo di un’area così densa e coesa, che non ha riscontro in nessuna delle altre città metropolitane….”.
“Quel che Milano non si può assolutamente permettere è una logica di adempimento debole, una sostanziale continuità mascherata da poche scelte nominalistiche, che lascino inalterata l’inefficacia del governo delle interdipendenze in un’area di tale complessità. Ne soffrirebbero in primo luogo i cittadini, ma in ultima istanza il complesso delle relazioni urbane nazionali, che alla “capitale morale” guarda per l’obiettiva centralità del “sistema Milano” e per le potenzialità di guida che esso possiede. (fonte: Dossier delle città metropolitane, Presidenza del Consiglio dei Ministri – DARA – a cura di Giovanni Vetritto).
La fonte è autorevole e ogni affermazione è frutto di analisi accurate, di indagini scrupolose. Il dossier delle città metropolitane non può essere un rosario di frasi ad effetto. Non avrebbe senso, perché la verifica sarebbe inevitabile. L’area della Città Metropolitana di Milano rappresenta davvero il territorio più ricco del Paese sia in termini di valore aggiunto procapite che in termini assoluti? Certo che sì. Basta soffermarsi su alcuni dati.
L’economia milanese rappresenta quasi il 10 per cento del valore aggiunto nazionale, quasi il 6 per cento della forza lavoro e il 5,7 per cento delle imprese nazionali (e il 36 per cento di quelle lombarde) e evidenzia tendenze occupazionali migliori rispetto al resto della Lombardia. Rispetto alle imprese, il livello del fatturato delle imprese milanesi nel loro complesso rappresenta il 20,5 per cento dei ricavi nazionali nel comparto commerciale, il 30,4 per cento nei servizi e il 14,5 per cento della manifattura nazionale.
Per quanto l’indicatore relativo ai tassi di occupazione, CMM si conferma l’area che esprime il dato in assoluto migliore a livello regionale sia per quanto riguarda la popolazione 15-64 anni che quella femminile. I dati incoraggianti appena pubblicati da Istat, che segnalano a scala nazionale una crescita degli occupati e una diminuzione del tasso di disoccupazione, trovano dunque una conferma anche più consistente nell’andamento complessivo dell’economia metropolitana milanese, dove nel corso del 2015 e del 2016 l’incremento degli occupati è stato pari al 2,1 per cento e al 2,3 per cento. .
Tasso di occupazione – Anno 2015
15-64 anni |
Donne 15-64 anni |
|
CMM |
67,4 |
61,2 |
MN |
64,2 |
55 |
CO |
64,7 |
55,3 |
CR |
65 |
56,8 |
PV |
65,6 |
58,9 |
VA |
63,7 |
56,2 |
MB |
65,8 |
58,1 |
LC |
66,2 |
56,1 |
BS |
62,2 |
52 |
BG |
62,7 |
54 |
SO |
65 |
53,5 |
LO |
65,6 |
57 |
RL |
65,1 |
57,2 |
La performance di Milano per quanto riguarda il numero degli avviamenti al lavoro, mostra come la città metropolitana sia l’unico territorio regionale che sostanzialmente è arrivato a recuperare gli effetti negativi della crisi (-0,6% tra il 2011 e il 2016) , e la variazione tra i numeri del 2011 e quelli del 2016 sarebbe addirittura positiva se si includessero gli avviamenti di un solo giorno (qui non compresi) che hanno un peso significativo sul territorio metropolitano (GDO e ristorazione). Includendo questi ultimi Il miglioramento della domanda di lavoro milanese è stato tra il 2015 e il 2016 anche maggiore di quello che ci si poteva attendere, superando nei valori, per la prima volta, la quota raggiunta nel corso del 2008, prima che la crisi dispiegasse appieno i suoi effetti sull’economia reale, provocando il pesante e prolungato ridimensionamento sia delle attività produttive che dell’occupazione. D’altra parte, invece, il dato regionale sarebbe ancor più negativo se non includesse il territorio metropolitano.
Mercato del lavoro – Avviamenti al lavoro 2011-2016
CMM |
-0,6% |
MN |
-1,6% |
CO |
-3,6% |
Regione Lombardia |
-4,6% |
CR |
-5,2% |
PV |
-6,1% |
VA |
-6,6% |
MB |
-7,5% |
LC |
-7,9% |
BS |
-8,9% |
BG |
-9,4% |
SO |
-12,2% |
LO |
-15,4% |
E quindi si può affermare con i dati di fatto in mano, che l’area della Città Metropolitana di Milano rappresenta il territorio più ricco del Paese sia in termini di valore aggiunto pro capite che in termini assoluti. Questo non vuol dire che si debba riposare sugli allori, né tanto meno consolarsi perché c’è chi sta peggio di noi. Nell’éra delle globalizzazione essere il meglio d’Italia da solo non basta, siamo obbligati a confrontarci con il mondo intero. Già a livello europeo l’impresa non è facile, ogni volta che bisogna fare i conti con una Germania rampante, con una Francia che non è tanto da meno, senza dimenticare il resto.
Sono però convinta che se continuiamo ad andare avanti con testarda determinazione la Città Metropolitana ha tutte le chances per confermarsi come sistema di riferimento, come realtà di confronto, come modello trainante per il Paese intero, ma soprattutto come incentivo per stimolare i tanti giovani a rimanere in Italia. I dati dicono che ne vale la pena.
I dossier delle Città Metropolitane – Città metropolitana di Milano