Domani domenica agli Ambrogini, riceverà la benemerenza civica Sanija la donna che ha denunciato gli abusivi nella sua casa popolare ha avuto per due volte la porta di casa bruciata.I condomini, orgogliosi, l’accompagneranno
di Andrea Galli
Foto di gruppo in via Degli Etruschi 4, case popolari, cortile comunicante con palazzi di abusivi che per vendetta usano la statua della Madonna in giardino come pisciatoio, lasciano escrementi sugli zerbini, minacciano di morte, bruciano le porte delle abitazioni. A Sanija l’han bruciata due volte. Domenica Sanija, agli Ambrogini, riceverà la benemerenza civica. Il cortile, orgoglioso, l’accompagnerà. In particolare due persone. Preziose. E defilate: una è sullo sfondo, l’altra nemmeno c’è. Le due persone sono Teobaldo Rocca e l’anziana signora che Sanija Osman Ramadan, nata in Egitto, assiste come badante. L’anziana ha problemi fisici. Ieri mattina, per lo scatto in posa alle otto (di gran corsa ché poi dovevano correre al lavoro), non ha potuto esserci. Dicono però che si stia preparando per domenica. Lo vive come un appuntamento che capita una volta nella vita. Infatti lo è.
Questa foto e questo cortile raccontano ben più che la resistenza di Sanija, «punita» dagli abusivi per le sue denunce. Questa foto e questo cortile raccontano gli ultimi trent’anni di mobilitazione e di pericoli (ad esempio le pistole puntate in fronte dai balordi) di Rocca, origini calabresi, tre figli virtuosi cresciuti in cinquanta metri quadrati al piano terra, Rocca che è prigioniero di un’ossessione rara e divorante: il rispetto delle regole, inteso come il respingimento degli occupanti.
Ci mettono la faccia, i residenti di via Degli Etruschi. Senza paura. E non è scontato. Ne prenderanno di mira altri? A chi toccherà, dopo Sanija? «Tanto non abbiamo paura» ripetono altri della foto come il maresciallo italiano dei carabinieri in pensione e il tuttofare egiziano. È una Milano bellissima, nonostante tutto, nonostante il degrado e l’abbandono. Una Milano capace di far comunità, di rivendicare le proprie origini di quartiere, di non strumentalizzare l’emergenza abitativa che nell’ultimo mese ha innescato strategie perverse e brutali violenze. Dagli abitanti non partono proclami, messaggi di adulazione per i politici. Una cosa soltanto interessa: studiare il percorso per il Teatro dal Verme, che ospiterà la cerimonia degli Ambrogini. Qui non sono abituati ad andare in centro, o comunque a loro fondamentalmente non è mai interessato.
Fonte: Il Corriere della Sera
6 dicembre 2014