Spesa per organi istituzionali per classe demografica dell’ente
Sono in molti a sostenere che i costi della politica a livello centrale sono nettamente superiori rispetto al livello locale. Ma non è così se si confronta la spesa per il funzionamento degli organi istituzionali con il relativo potere decisionale. Problemi di efficacia nei comuni molto piccoli
di Sabrina Iommi
In una fase di forte impopolarità del ceto politico, sono molte le analisi che mirano a sottolineare come la politica centrale sia molto più costosa di quella locale. Ciò è vero se ragioniamo in termini di spesa per singolo amministratore, o anche in termini di contributo al costo complessivo della politica dei diversi livelli di governo (centrale, regionale, provinciale, comunale). Ma non lo è, invece, se assumiamo un’ottica costi-benefici, se cioè confrontiamo la spesa per il funzionamento degli organi istituzionali con il relativo potere decisionale.
L’accezione dei costi della politica adottata in questo articolo si riferisce alla spesa dichiarata dai comuni nei Certificati dei conti consuntivi di bilancio (Cccb) per il funzionamento degli organi istituzionali. La voce comprende sia le indennità e i gettoni di presenza corrisposti ai componenti degli organi elettivi e di governo (consigli e giunte), sia le spese per i rimborsi delle trasferte e i servizi di supporto (segreterie, addetti stampa, consulenze, apertura delle sedi, invio delle comunicazioni, eccetera).
Secondo quanto riportato nei Cccb del 2010, i comuni italiani hanno speso complessivamente 1,7 miliardi per il funzionamento degli organi istituzionali, di cui 600 milioni di indennità e gettoni di presenza e poco più di 1 miliardo di rimborsi spese e servizi di supporto.
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