Anci: Città metropolitane guidate dai Sindaci

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Ritengo quanto mai necessario e urgente che si approdi alla definizione della riforma che non deve essere ridotta a semplice architettura istituzionale e burocratica. Dopo l’ok al ddl Delrio: le richieste dell’ Anci

Nel dibattito in corso sul ddl Delrio interviene anche l’Anci guidata da Piero Fassino per mettere in guardia dall’abuso che si prefigura sulle Città metropolitane, il nuovo livello di governo che dovrebbe sostituire le Province dopo l’abolizione, almeno nelle aree più densamente popolate del Paese.

Ritengo, come sapete, quanto mai necessario e urgente che si approdi alla definizione della riforma che non deve essere ridotta a semplice architettura istituzionale e burocratica ma che rappresenta una occasione unica per migliorare , velocizzare , semplificare la vita delle pubbliche amministrazioni.

Penso a Milano che, oggi e negli anni a venire, deve saper giocare un ruolo innovatore all’interno del proprio territorio, di profondo cambiamento per rispondere presto, bene e in modo competente alle domande dei cittadini , delle imprese, del sistema del lavoro e della ricerca.

Per questa ragione ognuno di noi deve aver la possibilità di conoscere cosa  si sta facendo e condizionare il processo decisionale nella direzione più utile alla vita e alla competitività di questa importante parte del Paese.

L’argomento è complesso ma desidero qui proporvi per sommi capi, poiché ne condivido i contenuti, gli emendamenti presentati dall’Anci, esposti ieri dal delegato alle Città metropolitane Giorgio Orsoni nel corso di un’audizione dell’Anci da parte della Commissione affari costituzionale del Senato:

Semplificare la fase transitoria di istituzione delle città metropolitane – ha chiarito Orsoni – nel periodo che andrà dal prossimo giugno al prossimo ottobre, quando con la cessazione delle Province inizierà la effettiva gestione amministrativa delle città metropolitane, facendo subentrare subito il sindaco del comune capoluogo per avviare la gestione. Porre rimedio alle previsioni di una dilatazione delle città metropolitane, che con l’attuale testo potrebbero arrivare addirittura a diciotto“.

Evitare il rischio che, “si comprendano, tra le città metropolitane, realtà che a nostro modo di vedere non hanno le caratteristiche adeguate, finendo per svuotare di senso questo nuovo soggetto istituzionale, e rischiando di creare enti simili alle Province, con l’ulteriore conseguenza di ritrovarci con province di serie A e province di serie B”.

Il provvedimento legislativo deve dare “la possibilità di costruire città metropolitane disegnate sulle peculiarità dei singoli territori: infatti la norma attribuisce alla potestà statutaria di  ciascuna città metropolitana la possibilità di organizzare il proprio modo di agire e le competenze da delegare”.

“L’elasticità in questa fase – ha concluso Orsoni – è per noi fondamentale, sia nel senso di un reale processo autonomistico, sia nel senso di una gestione che tenga in debito conto le esigenze dei singoli territori e soprattutto dei comuni dell’area che avranno benefici importanti dall’istituzione della città metropolitana e dal ruolo di coordinamento del sindaco”.

Per approfondire: Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni: DISEGNO DI LEGGE

15 gennaio 2014

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