Politiche di genere

Internet è un brutto posto per le donne?

Un lungo articolo racconta cosa succede a «qualsiasi donna con una connessione a Internet», con conseguenze più gravi di quanto si pensi, e senza che possano fare molto. Il tema – di cui giornaliste e femministe di tutto il mondo si occupano da tempo con insistenza – è stato recentemente riproposto dalla giornalista statunitense Amanda Hess in un lungo e discusso articolo sul Pacific Standard intitolato: “Perché le donne non sono le benvenute su Internet”. Vediamo cosa dice

#BringBackOurGirls, è passato un anno

Un anno fa 276 studentesse sono state rapite in Nigeria: sono diventate il simbolo di una strategia di stupri e rapimenti oggi considerata sistematica e non se ne sa ancora nulla. Nel filmato: Una protesta silenziosa si è tenuta nella capitale della Nigeria, esprimendo contro Boko Haram, e per chiedere la liberazione delle ragazze della scuola che sono state rapite dal gruppo terroristico quasi un anno fa

Di cosa parliamo quando parliamo di genere a scuola

L’ideologia del gender non esiste. Nelle classi si insegna ai più piccoli “a volare liberi”. ” È facile e probabile che, sentendosi libera di esprimersi, una classe tiri fuori le peculiarità di ciascuno, permetta di osservare e conoscere altri punti di vista, ampliando così le possibilità di immaginarsi e di ispirarsi”. Così scrive Pina Caporaso, insegnante nella scuola primaria a Pistoia, e regista, insieme a Daniele Lazzara, del lungometraggio Bomba libera tutti, dedicato alla riflessione sugli stereotipi di genere in una quarta elementare. Laureata in sociologa con una tesi premiata dall’Unione Femminile Nazionale, si occupa di studi di genere specialmente relativi all’educazione, anche degli adulti. È attivista in reti di donne e relatrice in convegni che riguardano il rapporto tra identità di genere, scuola, stereotipi, violenza e omofobia

Le donne non fanno notizia. I soliti record negativi italiani

Una rete di ricercatrici e ricercatori di più di cento Paesi ha monitorato la presenza delle donne nelle notizie riportate nei media principali, dai giornali televisivi e radiofonici, ai quotidiani, ai siti internet di news, a Twitter. Se in generale nel mondo, fra i professionisti della notizia, la presenza di donne è alta (circa il 40%) e per alcuni media è in crescita, cosa diversa è per la presenza delle donne nelle notizie. E in Italia? Nei dati dell’ultimo monitoraggio le donne costituivano il 19% delle persone citate nelle notizie, cinque punti sotto la pur bassa percentuale mondiale. Insomma, i soliti record negativi a cui il nostro paese è abituato quando si tratta di questioni di genere

A scuola, «le femmine si lasciano dietro i maschi»

Secondo l’OCSE che ha pubblicato il suo primo rapporto sulla parità di genere nell’educazione scolastica, I maschi ottengono risultati migliori solo in matematica, una materia in cui sono in media “tre mesi più avanti” delle femmine. Nei test sulla lettura, invece, le ragazze surclassano i maschi: in media sono “un intero anno scolastico più avanti”. Nella foto: studentesse di Chimica nell’Università di Berlino (Thomas Koehler/Photothek via Getty Images)

Critichiamo i musulmani, ma in Europa non va meglio per le donne

Le donne hanno un grado di istruzione superiore (oltre il 60% dei nuovi laureati sono donne), ma sono nettamente sotto rappresentate nella ricerca e nei posti di responsabilità a tutti i livelli. Per ogni ora lavorata le donne guadagnano in media il 16,4% in meno degli uomini. Sopra: Donne nella Resistenza il convegno in programma il 9 marzo in occasione della giornata internazionale della donna a cui parteciperà anche Arianna Censi

Iran, le donne primeggiano su tutti i fronti. O quasi

La rivincita delle donne giornaliste. Nel 1992 erano il 13% del numero totale di reporter, oggi sono quasi la metà. Boom di divorzi e di party per festeggiarli. Il 20 per cento dei matrimoni finisce in separazioni. E la nuova tendenza è quella di celebrare l’evento con riunioni gioiose. Comunque non illudiamoci c’è ancora molta strada da fare. Nella foto: le donne inginocchiate sono giornaliste a una conferenza stampa del ministero degli Esteri a Teheran