Cognome della madre ai figli: «Sì, se c’è l’accordo tra i genitori»

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Via libera dal Consiglio dei ministri. Ciò vale anche per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. Il Cdm: “Piena attuazione alla sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, ma serve un approfondimento”. Con postilla 

Dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che prevede la possibilità di dare al figlio il cognome della madre “in caso di accordo tra entrambi genitori”.

“Il Consiglio dei ministri – si legge nel comunicato finale – ha approvato, su proposta del presidente, Enrico Letta, e dei ministri della Giustizia, Annamaria Cancellieri, degli Affari Esteri, Emma Bonino e del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, un disegno di legge contenente disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli”.

“Il testo – prosegue il comunicato – dà piena attuazione alla sentenza della Corte Europea di Strasburgo e prevede l’obbligo per l’ufficiale di stato civile della iscrizione all’atto di nascita del cognome materno in caso di accordo tra entrambi genitori”.

“Nel dare piena attuazione alla sentenza della Corte europea inerente al cognome materno, tuttavia, il Consiglio dei ministri ha rilevato che la complessa materia – si sottolinea – presenta ulteriori profili che, oltre ad essere ovviamente aperti al dibattito parlamentare, saranno, in sede governativa, approfonditi da un gruppo di lavoro presso la presidenza del Consiglio, con la partecipazione dei rappresentanti dell’Interno, degli Affari esteri, della Giustizia e delle Pari Opportunità”.

postilla

Speriamo di arrivare in tempi ragionevoli a una conclusione parlamentare che ci allinei al resto d’Europa. Oggi la buona notizia dell’ok del Consiglio dei Ministri. Mi domando: serviva l’ennesima bacchettata (7 gennaio) dalla Corte Europea di Strasburgo per ricordarci quello che dovevamo fare da tempo? Perché lo sappiamo dal 2006, da quando la Corte di Cassazione annunciò l’inadeguatezza dell’ impianto giuridico che impedisce alle madri di trasmettere il loro nome ai figli legittimi. E i disegni di legge presentati negli ultimi anni sul tema sono stati parecchi e trasversali, emblematicamente presentati solo da donne. Tuttavia il Consiglio dei Ministri – come oggi abbiamo letto –  pur dando l’ok ha lasciato la porta aperta al dibattito parlamentare, e ha annunciato approfondimenti a cura di un gruppo di lavoro di cui fanno parte rappresentanti dell’Interno, degli Affari esteri, della Giustizia e delle Pari Opportunità”. Si annunciano dei nuovi intoppi? Speriamo di no. Beninteso non è la priorità del Paese, ma credo ne rappresenti il segno di civiltà politica. ac

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