Dimezzati i disoccupati tedeschi. La Germania si può copiare? Warum nicht, perché no?

Angela Merkel e Matteo Renzi al vertice Ue di Milano

Angela Merkel e Matteo Renzi al vertice Ue di Milano

Nel giro di soli undici anni.  Infatti i disoccupati nel 2003 erano oltre 5 milioni oggi sono 2 milioni e 800 mila, mai così pochi. Gli occupati sono 42 milioni, mai così tanti, che riempiono le casse dello Stato con le loro tasse, senza bisogno di aumentarle. Come imitare l’Arbeitswunder, il miracolo del lavoro alla tedesca?

roberto giardinadi Roberto Giardina

Berlino. A Milano s’è svolto il vertice europeo sul lavoro, e qualcuno invita a imitare Gerhard Schröder e la sua Agenda 2010 che presentò al Bundestag nel marzo di undici anni fa. La Germania era ultima, e oggi è tornata in testa. Perché non facciamo come loro? Gerhard tagliò lo stato sociale, ma aveva qualcosa da tagliare e, diciamo, si limitò a potare con cautela, non ad amputare.

E in parte, per una volta, fu lui a imitare noi, con i lavori a un euro all’ora, cioè i nostri lavori socialmente utili. Fu un disastro. Si arricchirono solo le agenzie che procuravano i poveracci da «affittare» a privati ed enti pubblici. I municipi, invece di assumere netturbini o giardinieri, prendevano quelli a un euro all’ora. Che poi non sapessero svolgere il loro compito, era una questione secondaria. All’epoca, ho visto dalle parti della Porta di Brandeburgo alcune signore piegate a tagliare con le forbici qualche filo d’erba che spuntava tra i lastroni del marciapiede. Una scena kafkiana.

Schröder ci ripensò. Anche questa è una differenza tra noi e loro. I politici di Berlino, se sbagliano, lo ammettono, si scusano e cambiano idea. E gli elettori li premiano, come avviene oggi con la Merkel. Propose anche di imitarci abbassando l’età delle pensioni per lasciare il posto ai giovani, fece marcia indietro appena gli spiegarono che cosa era successo in Italia. Cambiò idea anche sui minijob, che non fu lui a inventare, esistevano già da anni, a 400 Deutsche Mark, poi passati a 400 euro, e oggi a 450 (sono circa 7,5 milioni). Prima li abolì, ma mise in pericolo quasi un milione di posti nei piccoli esercizi, allora li ripristinò. Indeciso? Direi pragmatico. Si dice che abbia fatto lievitare i lavori sottopagati, in realtà ha fatto semplicemente emergere il nero, che adesso viene in qualche modo regolato.

I disoccupati nel 2003 erano oltre 5 milioni, oggi sono 2 milioni e 800 mila, mai così pochi. Gli occupati sono 42 milioni, mai così tanti, che riempiono le casse dello Stato con le loro tasse, senza bisogno di aumentarle. Come imitare l’Arbeitswunder, il miracolo del lavoro alla tedesca?

Scendere nei particolari sarebbe utile, ma è troppo lungo. Il segreto della ricetta è semplice: il patto sociale in Germania viene rispettato da parte dei cittadini e dello Stato. Si pagano le tasse, sia pure malvolentieri e, in cambio, si ottengono servizi buoni, comunque sempre dignitosi. E lo Stato rispetta i cittadini, non cambia in corsa la legge sulle pensioni, o il diritto del lavoratore.

Per inciso, in Germania non è facile licenziare, la procedura è complessa e nei casi contestati i magistrati decidono però in pochi mesi. Sindacati e imprenditori collaborarono lealmente con Schröder. Si evitò di licenziare, e i sindacati concordarono orari ridotti e straordinari non pagati (ma con ore da conteggiare in seguito). Si rinunciò agli aumenti, ma appena andò meglio i datori di lavoro anticiparono il rinnovo dei contratti. I patti vennero mantenuti.

E anche l’opposizione collaborò con Schröder, trattando modifiche (giudicavano Gerhard troppo tenero) e non ostacolando il programma. Agenda 2010 tardò a ingranare, la coalizione rossoverde vide crollare i consensi, Schröder tentò una mossa disperata con le elezioni anticipate, evento rarissimo in Germania. E perse in volata contro la Merkel. Frau Angela ha raccolto i frutti, ma oggi riconosce lealmente che il merito fu anche del suo predecessore. Imitare i tedeschi? Warum nicht, perché no? Mica facile, a meno di non cambiare anche carattere.

10 ottobre 2014

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