Lo Stivale ha ribaltato le previsioni nere di dicembre 2013 che davano il suo valore in discesa del 6% e ha guadagnato una A+ nel ranking di valutazione
di Redazione
La Penisola sembra aver ingranato la marcia giusta per far correre il marchio Italia: secondo Brand Finance vale quasi 1.300 miliardi di dollari (1.053 miliardi di euro) ed è volato a +24% nella classifica dei marchi-paese 2014, guadagnando una posizione a scapito della Federazione Russa (siamo oggi all’11° posto nel mondo). Soprattutto lo Stivale ha ribaltato le previsioni nere di dicembre 2013 che davano il suo valore in discesa del 6% e ha guadagnato una A+ nel ranking di valutazione.
Gli indicatori che Brand Finance tiene sotto controllo, oltre al prodotto interno lordo, per dare i voti alle nazioni del pianeta sono le stime di crescita per i prossimi cinque anni e gli investimenti internazionali, il turismo, l’export e le eccellenze. Nonostante nel 2012 il brand Italia occupasse il 10° posto, è interessante vedere che nella top 20 nelle nazioni di maggior valore dove primeggiano gli Stati Uniti (il brand vale 19.261 miliardi di dollari), Cina (valore 6.352 miliardi) e Germania (4.357 miliardi) sia l’unico stimato in crescita assieme a Canada, India, Australia, e Messico. Per tutti gli altri il valore è stabile o negativo (vale per la Francia al settimo posto, per il Brasile all’ottavo, per la Federazione Russa al 12° e per l’Olanda al 13°).
«L’Italia ha registrato uno degli sviluppi fra più interessanti nel 2014 e l’A+ riflette i progressi fatti in molti settori», spiegano da Londra, «questo non vuol dire che sia fuori pericolo, perché permane la crisi per l’eurozona, e l’attenzione alle riforme e alle politiche del lavoro. Ma ad avanzare è il quadro nel suo insieme. L’immagine scesa nell’era-Berlusconi è stata rimessa a nuovo. A suggerire un atteggiamento progressista che darà frutti al marchio Italia è la giovane età di Matteo Renzi, la sua voglia di riforme e il suo governo che per la sua composizione e per l’età media dà una scossa rispetto al passato».
I paesi che nel 2014 hanno lavorato di più per incrementare il proprio valore economico sono tanto diversi quanto intraprendenti nelle loro azioni per promuovere le eccellenze: il Qatar, nonostante i sospetti di corruzione legati ai mondiali di calcio, non ha scalfito l’immagine di regione più stabile del Medio oriente e il marchio è cresciuto nel 2014 del 39%. Seguono Bangladesh (+38,8%), Sri Lanka (+37,1%), Kazakhstan (+37,1%) e Irlanda (+34,9%).
Il valore economico di un marchio paese non va però confuso con la sua forza. In termini di rating la classifica mondiale vede infatti in testa la Germania premiata con un AA+, poi Singapore, Svizzera e Stati Uniti, anch’essi AA+. Seguono Regno Unito, Svezia, Olanda, Malesia, Australia e Giappone, tutti con AA.
Nella top 20 dei marchi più forti il grande assente è proprio l’Italia, a dimostrazione che molto può essere ancora fatto e che forse il buon piazzamento di valore è dettato più dalle dimensioni economiche nazionali che non dalle effettive performance della leadership politica del paese.
«I pilastri da valorizzare restano», secondo Brand Finance, «i beni&servizi, il turismo e i talenti. Siamo in un mercato globale che mostra una forte intensità della competizione, a partire dall’istruzione, fino ai migliori lavoratori e agli investimenti. L’immagine di un paese può avere conseguenze su tutte queste voci e viceversa per questo è importante che le amministrazioni tengano sotto controllo i rispettivi brand».
3 gennaio 2015