Il ministro Friedrich è passato dall’uno all’altro ministero senza sentirsi diminuito perché in Germania c’è grande attenzione per i prodotti delle terra. In Italia invece il passaggio è vissuto quasi come una punizione
Si può immaginare in Italia un ministro degli Interni che accetti di passare al dicastero dell´Agricoltura? Come dire, ai loro tempi, un Napolitano che dopo aver controllato poliziotti e carabinieri, si dedica alle mozzarelle, e un Andreotti che si occupa di pomodori e del vino dei suoi Castelli romani?
Sono sicuro che avrebbero svolto il compito alla perfezione, grazie alle loro capacità, e perché il presidente della Repubblica non ha mai dimenticato le sue origini partenopee, e il Divo Giulio amava le trattorie della sua città, e oggi sarebbe inorridito a constatare il livello a cui si sono ridotte le superstiti.
Ma, semplicemente, il passaggio da un ministero all´altro sarebbe stato vissuto e interpretato come una degradazione. In Germania, il cristianosociale Hans-Peter Friedrich, 56 anni, fino al dicembre scorso era agli Interni, oggi nella Grosse Koalition è passato all´Agricoltura. E ne è orgoglioso.
La popolare “Bild Zeitung” gli ha appena dedicato quasi un´intera pagina. Nella foto, gustando una letale porzione di Bauernfrühstück, la colazione del contadino, una gigantesca frittata di almeno tre uova, con patate, cipolle e speck, accompagnata da un salutare bicchiere di latte. Un´overdose di calorie e colesterolo.
Tanto per fare un confronto con la collega De Girolamo. Non dovrebbe essere vitale accertare se abbia o meno detto parolacce. Ma quanto se ne intende del suo settore. Ignoro se Friedrich ami il turpiloquio. Non credo ma, anche se fosse, sono sicuro che sappia che cosa sia un Fischotter, cioè una lontra, quella che secondo Frau Nunzia sarebbe un volatile.
Sarà perché le Fischotter abbondano nei corsi d´acqua, negli stagni e nei laghetti della Germania, e sono rare dalle nostre parti. Comunque vanno tutelate, anche se a volte provocano guai nelle fattorie. Un motivo in più perché, cultura a parte, un ministro non le ignori.
Il paragone serve a capire la differenza tra le economie tedesca e italiana. Neanche Friedrich è di professione agricoltore. Ma all´Università si è diplomato in diritto commerciale, e il ministero dell´Agricoltura è competente anche per la tutela del consumatore, un settore collegato.
Come ex ministro agli Interni, Friedrich ha l´esperienza per tutelare i tedeschi dalle frodi. Inoltre è bavarese, un Land che ha sempre saputo coordinare grande industria e agricoltura. Le fattorie tedesche sono ormai appena 288mila, con 17 milioni di ettari, ma hanno un alto livello produttivo. E la Baviera ha dato ministri leggendari all´Agricoltura, come il liberale Josef Ertl, dal 1969 al 1983. Era il suo mestiere, possedeva una fattoria modello, e inferse severe sconfitte ai suoi colleghi italiani improvvisati, senza che loro nei confronti a Bruxelles neanche se ne rendessero conto.
Lui, sicuramente, diceva sane parolacce. Lasciò perché un suo toro lo calpestò e lo ridusse su una sedia a rotelle. Morì nel 2000: durante la festa del raccolto, cadde nel grande falò sull´aia. Nel frattempo noi con un referendum avevamo abolito, chissà perché, il ministero dell´Agricoltura, anche se sopravvive sotto altro nome affidato alla focosa Nunzia.
Per finire, oggi si apre a Berlino la Grüne Woche, letteralmente la settimana verde, la più grande fiera dell´agricoltura al mondo. Friedrich è atteso agli stands tedeschi e a quelli dei paesi ospiti. Il nostro ministro non sarà presente perché proprio oggi in Parlamento dovrà difendersi da accuse che non hanno alcun rapporto con i suoi doveri istituzionali. Sarò prevenuto, ma sono sicuro che comunque non sarebbe venuta a Berlino. I nostri ministri hanno sempre qualcosa di più importante da fare a casa loro.
Poi, perché mi meraviglio e mi arrabbio un po´, se al mercato non trovo le arance della mia Sicilia, ma quelle senza semi prodotte da Israele o dalla Spagna, per assecondare i gusti tedeschi, e i fichi d´India arrivano dalla Turchia, la mozzarella, anzi la Motzarella. dalla Prussia, il Parmesan dalla Baviera di Friedrich, gli spaghetti di grano duro dal Baden-Württemberg, il prosecco dalla Slovenia. I prodotti italiani si trovano, sono ottimi, e i tedeschi li apprezzano e li cercano, ma potrebbero essere difesi meglio, a Berlino e a Bruxelles. Basterebbe avere un ministro dell´Agricoltura, anche sboccato.
18 gennaio 2014