Si può festeggiare il Natale come si deve anche se non ci si riconosce nel vero-scopo-del-Natale, scrive una giornalista di Slate: e non è “annacquato”
Per i cristiani il 25 dicembre è più di una normale festività religiosa: commemora la nascita di Gesù Cristo, che secondo loro è il figlio di Dio. Ma il Natale non è una festa riservata ai cristiani. Nel 2008 la giornalista Torie Bosch ha spiegato in che modo il Natale è sempre stata una festa laica, per lei e la sua famiglia – e del perché non avrete bisogno di una ragione religiosa per celebrarlo.
Lamentarsi dell‘”annacquamento” del Natale sta diventando una tradizione nella tradizione. Nelle lettere e nei commenti dei lettori pubblicati dai giornali e su alcuni blog i puristi spiegano che la festa ruota attorno a Gesù Cristo, del quale dovrebbe essere festeggiato il compleanno, e non rappresentare una scusa per fare shopping e mandare in onda puntate speciali delle sitcom e vecchi film. Rick Warren, un noto pastore e scrittore evangelico, ha scritto in un suo libro: «se rallentate un secondo e vi soffermate sul vero scopo del Natale, riceverete il miglior regalo di Natale al mondo». Non ho dubbi che per i cristiani questo sia un buon consiglio. Personalmente, però, non voglio rallentare e soffermarmi sullo scopo del Natale. Le cose che apprezzo di questa festa sono quelle che Warren e altri come lui considerano probabilmente delle distrazioni: gli alberi, le luci, Babbo Natale e lo speciale dei Muppets.
Per me il Natale è sempre stato una ricorrenza laica. Sono cresciuta in una famiglia sostanzialmente non religiosa. Mia madre è cattolica ma non è stata osservante per quasi tutta la mia infanzia. Mio padre è cresciuto in una famiglia ebrea ma anche lui festeggiava il Natale. Mia nonna mi ha raccontato, a metà strada fra la tristezza e il ricordo affettuoso, che quando aveva sei anni mio padre chiese se avesse potuto diventare cristiano, così che potesse essere tenuto in considerazione da Babbo Natale. In seguito smise di essere un ebreo praticante, ma il suo amore per il Natale non scomparve mai.
Quando ero una bambina mio padre passava ore a decorare l’albero, la casa e il giardino in una maniera che ricordava quella di Un Natale esplosivo: molti maglioni, lucine colorate e un sacco di orgoglio a lavoro concluso. Ogni anno io o uno dei miei fratelli lo accompagnavamo a scegliere un nuovo schiaccianoci da aggiungere alla collezione di famiglia; il giullare, il mago dello “Schiaccianoci”, il soldato della Guerra civile, potrebbero non fare parte della storia della Natività, ma per me hanno sempre significato il Natale. Non abbiamo mai festeggiato lo Hanukkah, semplicemente perché non piaceva a mio padre: il Natale era l’unica festività invernale per cui valesse la pena festeggiare. Dopo la morte di mio padre, arrivata quando ancora ero una ragazza, la festa viene celebrata più o meno allo stesso modo. Ci concentriamo sul piacere dello stare insieme e in qualche modo ricordiamo mio padre celebrando la sua festa preferita. Il miracolo della nascita di Gesù non ci interessa.
Per gran parte della mia vita mi sono sentita in colpa per festeggiare felicemente un Natale senza credere in Dio. Temevo che mi stessi appropriando di una festa che non era la mia. Quando il commentatore conservatore Bill O’Reilly si lamentò del fatto che il Natale era «sotto assedio», mi sentii complice di quell’assedio. Dato che mi piaceva ascoltare canzoni pop a tema natalizio, aprire i regali al posto di andare in chiesa e godermi le abbuffate al posto di dire un Padre nostro, stavo annacquando la sacralità osservata da altri?
Non c’è stato un momento preciso in cui ho cambiato idea. Piuttosto è stato merito di una serie di considerazioni. La maggior parte delle canzoni e dei film che celebrano il Natale non li citano nemmeno, Dio o Gesù. Babbo Natale non controlla le assenze o le presenze di un bambino per capire se merita o meno un regalo. È un giudice dalla fibra morale assolutamente laica. Dire che i laici offendono lo spirito del Natale è come dire che due uomini che si sposano infangano l’istituzione del matrimonio. Perché il modo in cui io celebro il Natale dovrebbe offendere qualcuno? I cristiani offesi dalla mia festività laica diranno di sicuro che mi sto privando di una gioia più grande, che viene dall’accettare Gesù nel proprio cuore. Ma io non sto togliendo a nessuno il diritto di andare in Chiesa o fare il Presepe. Tutto quello di cui ho bisogno per celebrare il Natale è un albero, calze di lana, dolcini e persone a cui voglio bene, e qualche regalo da consegnare e da ricevere.
La mia famiglia non è l’unica a celebrare un Natale senza Gesù. Secondo un sondaggio del febbraio del 2008 circa il 16,1 per cento degli americani non aderisce a nessuna credenza religiosa. Per tutti quelli come noi che non credono, il Natale è semplicemente la festa più godibile. Ci sono prove, fra l’altro, che il Natale sia semplicemente una riappropriazione cristiana dei Saturnalia, una festa pagana celebrata nell’antica Roma. Nel caso fosse vero, il mio Natale senza Dio sarebbe più un insulto verso gli antichi romani che verso i cristiani. Dato che non ne sono rimasti molti, mi concederò di non preoccuparmene.
La cosa migliore che noi non credenti possiamo fare, in effetti, è essere onesti riguardo la nostra decisione di non celebrare il lato religioso del Natale. A ogni Natale e Pasqua, la maggior parte delle chiese deve adattarsi ad accogliere un numero di fedeli superiore a quelli che si presentano la domenica. Mentre le panche possono restare semivuote o addirittura deserte durante le domeniche d’estate, per le feste c’è un enorme aumento dei fedeli occasionali che vanno a messa solo a Natale e Pasqua.
Invece di prendere posto in chiesa sentendosi vagamente fuori posto, io ho scelto di passare la giornata con la mia famiglia e dormire fino a tardi, aprire i regali, preparare e servire il pranzo di Natale, sorseggiare una birra, spararmi l’inevitabile maratona natalizia di Law & Order. Potrei fare queste cose durante un altro giorno qualsiasi dell’anno? Certo – Law & Order è un piccolo piacere disponibile tutto l’anno – ma solo a Natale la maggior parte dei miei amici e parenti ha del tempo libero, e solo a Natale posso vedere i miei familiari e amici sparsi per tutto il paese. Che tu creda o meno in Dio, Natale è quel periodo durante il quale torni a casa o ospiti i tuoi cari: una rara occasione che può farti impazzire, riempirti di affetto, o entrambe le cose.
foto: Oren Ziv/Getty Images
fonte: ilPost
24 dicembre 2014