
Ecco il comunicato del Partito Democratico dell’Area Metropolitana milanese: ciascuno di noi gli dia la massima visibilità possibile.
Un drone ha girato le immagini shock di Tomioka, la città proibita ai residenti per le radiazioni

Per la Festa dei Lavoratori torna la manifestazione dei sindacati. Da corso Venezia a piazza Duomo. Concerto alla Barona e uno spettacolo al Piccolo
El pueblo unido jamás será vencido (Il popolo unito non sarà mai sconfitto) è una delle più note canzoni legate al movimentoUnidad Popular ed alla presidenza del Cile da parte di Salvador Allende, morto nel tragico golpe cileno del 1973.
La canzone venne composta nel 1970 da Sergio Ortega, musicista cileno facente parte del gruppo musicale Quilapayun.
Famosa in Cile durante i tre anni della presidenza Allende, divenne – dopo il golpe cileno che portò al potere i militari guidati daAugusto Pinochet – un simbolo della lotta per il ritorno alla democrazia tanto in Cile quanto nel resto del mondo.
Oltre al gruppo dei Quilapayun, esule in Francia negli anni della dittatura, la canzone venne cantata e incisa anche dagli Inti-Illimani, altro gruppo storico della Nueva Canción Chilena, che aveva ottenuto asilo politico in Italia e che portò il brano alla completa notorietà.
Ecco il testo:
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El pueblo unido jamas serà vencido |
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Autore: Quilapayun – S. Ortega Anno 1970 De pie, luchar, Y ahora el pueblo que se alza en la lucha La patria esta forjando la unidad. De pie cantar que el pueblo va a triunfar Y ahora el pueblo que se alza en la lucha la la la la la la la…. Il popolo unito non sarà mai vinto! In piedi, cantiamo, che trionferemo,/ avanzano le bandiere dell’unità/ e tu verrai a marciare al mio fianco/ così vedrai il tuo canto e la tua bandiera fiorire.La luce di un’alba rossa/ annuncia ormai la vita che verrà. In piedi, marciamo, che il popolo trionferà;/ sarà migliore la vita che verrà. Conquistiamo la nostra felicità;/ in un clamore, mille voci di lotta si alzeranno;/ diranno canzoni di libertà. |
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A meno di due mesi dalle elezioni europee proliferano i movimenti anti-euro, abili a sfruttare il malcontento verso un’istituzione spesso percepita come troppo distante. Ma c’è qualcosa di vero nelle loro convinzioni e qualcosa di realizzabile nei loro propositi? Nella foto: Stefania Bivone, Miss Italia 2011 celebra il decimo anniversario dell’addio alla lira avvenuto il 1° marzo del 2002. A Roma, davanti alla Fontana di Trevi prende un pugno di vecchie lire e se le getta alle spalle.(dal reportage di OGGI.it)
C’è una distanza di sessantuno anni da quella Pasqua (sopra) e questa di oggi. Era quella l’Italia del primo dopoguerra (l’enfasi dello speaker è indicativa), con le sue speranze, con le sue paure di non farcela. Decisamente non c’è nostalgia per quegli anni, segno che l’Italia di passi ne ha compiuti imparando in fretta a superare gli ostacoli. E’ una esperienza accumulata nei decenni che ci rassicura sulla nostra capacità di sapere gestire bene il nostro domani. Buona Pasqua!
all’interno: LA PROPOSTA DI PASQUA DI CIBI. foto © 2014 Chiara Vettraino
Essi sono morti senza un nome nell’isola della desolazione