Perché i rifugiati non vengono in Europa in aereo?

Deni Williams /foto via Flickr

Deni Williams /foto via Flickr

Ci sono voli giornalieri che collegano il Cairo, Istanbul, Beirut e Khartoum con l’Europa. Ovviamente questi voli sono più sicuri rispetto alla traversata del Mediterraneo — che ha visto la morte di almeno 1.700 persone dall’inizio dell’anno — e in molti casi anche più economici. Ma per le persone che stanno cercando disperatamente di fuggire in un paese più sicuro senza documenti, è impossibile. Perché si preferisce  che i rifugiati vengano a piedi o a nuoto

di Matern Boeselager

Ci sono domande in apparenza tanto semplici che uno non se le pone nemmeno, e che a volte, se si fa lo sforzo di pensarci, nascondono risposte sorprendenti. “Perché i migranti, invece di spendere migliaia di euro sui barconi e rischiare la vita, non prendono un aereo?” è una di queste. In molti casi si tratta di persone con i requisiti per l’ottenimento dello status di rifugiati, che arrivano da paesi in guerra o in cui appartengono a minoranze perseguitate, e che nella pratica sono tuttavia obbligate a rischiare la vita attraversando il Mediterraneo perché non hanno un visto.

Ci sono voli giornalieri che collegano il Cairo, Istanbul, Beirut e Khartoum con l’Europa. Ovviamente questi voli sono più sicuri rispetto alla traversata del Mediterraneo—che ha visto la morte di almeno 1.700 persone dall’inizio dell’anno—e in molti casi anche più economici. E dato che, per esempio, il 98 percento dei siriani che arrivano in Germania ottiene lo status di rifugiato, se questi prendessero un aereo avrebbero ottime possibilità di ottenere asilo una volta arrivati. All’improvviso, la questione del perché i migranti che arrivano in Europa in aereo siano così pochi non sembra più così semplice. Ed è proprio per rispondere a questa domanda che Hans Rosling, direttore della Gapminder Foundation, ha realizzato questo video:

 

Forse non è così sorprendente che le compagnie aeree non lascino salire viaggiatori privi di visto, perché le normative dell’Unione Europea lo prevedono. Ovviamente l’UE cerca in tutti i modi di impedire gli ingressi illegali e per questo, per esempio, trattiene i migranti nei centri di accoglienza. Non ci si può aspettare molto altro.

Ma è molto interessante il fatto che la direttiva europea preveda che la sua applicazione non condizioni gli obblighi nei confronti dei rifugiati:

(1) Per lottare efficacemente contro l’immigrazione clandestina è fondamentale che tutti gli Stati membri adottino un dispositivo che fissi gli obblighi per i vettori che trasportano cittadini stranieri nel territorio degli Stati membri. Ai fini di una maggiore efficacia di tale obiettivo, occorrerebbe altresì armonizzare, per quanto possibile, le sanzioni pecuniarie attualmente previste dagli Stati membri in caso di violazione degli obblighi di controllo cui sono soggetti i vettori, tenendo conto delle differenze esistenti tra gli ordinamenti giuridici e le prassi degli Stati membri.
(3) L’applicazione della presente direttiva non pregiudica gli impegni derivanti dalla convenzione di Ginevra, del 28 luglio 1951, relativa allo status dei rifugiati, quale modificata dal protocollo di New York del 31 gennaio 1967. – EUR-LEX

Così, con una semplice domanda, Hans Rosling fa emergere una verità piuttosto interessante: l’Unione Europea lascia alle compagnie aeree la decisione di imbarcare o meno un migrante senza visto, attribuendo a queste ultime la responsabilità di “determinare” chi è un rifugiato e chi non lo è. Se le compagnie prendono una decisione sbagliata, il viaggio di ritorno è a carico loro. Non sorprende, dunque, che queste optino per la prudenza e non imbarchino chi non ha il visto.

Questo vuol dire che chiunque può prendere un aereo e arrivare in Marocco in poche ore. Ma per le persone che stanno cercando disperatamente di fuggire in un paese più sicuro senza documenti, è impossibile. Preferiamo che i rifugiati vengano a piedi o a nuoto.

Fonte: VICE

14 maggio 2015

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