Politiche di genere

Occupazione femminile, fotografia dell’Italia di oggi

La bassa occupazione delle donne è sintomatica di una condizione generale di disuguaglianza: lo rileva il Gender Equality Index elaborato dall’EIGE (l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere). Qual è lo stato dell’occupazione femminile in Italia? Quante donne dovrebbero entrare nel mercato del lavoro per raggiungere gli obiettivi internazionali? Quale lavoro le aspetta? Una fotografia del presente

Il voto alle donne. 69 anni da quando Nilde Iotti scrisse la Costituzione italiana

Un film in arrivo, “Suffragette”, per celebrare degnamente un anniversario importante per tutte. La libertà di eleggere, e di essere elette. E il film arriva in un periodo denso di ricorrenze legate al voto femminile: esattamente cent’anni fa, il 23 ottobre 1915, lungo la Quinta Strada di New York, quasi 30 mila donne marciavano chiedendo il suffragio universale, mentre il 21 ottobre del 1945, in Francia, il diritto di voto è stato esteso alle donne. In Italia il 2 giugno 1946 quando milioni di donne italiane, per la prima volta, andarono tutte assieme alle urne (due mesi prima c’era stata una prova generale con alcune amministrative) per esprimere il loro voto. Nella foto a lato un’immagine del film “Suffragette”

La legge sulle unioni civili, la battaglia di tutti

Ivan Scalfarotto: « Come per tutte le minoranze, anche per le persone e le famiglie omosessuali la battaglia non sarà vinta fino a quando il tema della loro uguaglianza non diventerà patrimonio della maggioranza degli italiani. Ma è un’operazione win-win: si lotta per l’uguaglianza degli altri perché in cambio si ottiene la possibilità di vivere in un posto migliore. È una battaglia di tutti e c’è disperatamente bisogno dell’impegno attivo di tutti. ».

C’era una volta quando i bambini potevano uscire senza pericolo

Gli atti sessuali con minorenni, sono passati dai trecentosessantaquattro a quattrocentotrentotto; quelli di violenza sessuale aggravata da duecentosessantadue a trecentosettantuno; quelli legati a materiale pedopornografico con settanta bambine coinvolte nel 2014 e tredici dieci anni addietro; e da settecentocinquantuno a millequattrocento e rotti, i maltrattamenti in famiglia

Bisognerà aspettare i 2085 per la parità ai posti di comando tra uomini e donne

Questo accade negli Stati Uniti secondo un rapporto diffuso dal Center for american progress e intitolato proprio The women leadership’s gap. Se si considerano i vari settori nella loro varietà, si può dire che la posizione dirigenziale delle donne rimane bloccata tra un 10 e un 20 per cento. Inoltre, il loro potere di rappresentanza in politica e nei media è fermo a un 18 per cento, precisa il rappporto. Se queste sono le previsioni negli Usa in Europa fino a quando si dovrà aspettare? La situazione in Italia. Nella foto: Ornella Barra al vertice del primo gruppo mondiale di distribuzione e vendita di farmaci

Questioni di Gender [in un momento in cui ragionare pare un peccato mortale]

Non ci sono solo due sessi (lo attestano biologia, psicologia, filosofia), perché le relazioni sessuali non presuppongono di necessità amore, perché l’amore rimane un complesso di emozioni, razionalità, scelte, maturità, che non può, né deve essere esclusiva delle coppie eterosessuali, coppie, tra l’altro, non sempre rispettose della moralità, non sempre in grado di accudire i propri figli, né di farli crescere bene

Non bastano i congedi per avere più mamme al lavoro

Le difficoltà di bilanciamento fra lavoro e vita familiare continuano a penalizzare l’occupazione femminile. Il governo ha fatto bene a emanare un decreto per favorirne la conciliazione. Ma non ha attuato le misure che avrebbero avuto gli effetti più rilevanti. Il 33 per cento delle donne ha lasciato l’impiego per “incompatibilità tra lavoro e cura della prole”: ciò a causa della “assenza di parenti di supporto”, del “mancato accoglimento al nido”, della “elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato”.

Se l’educazione di genere fa paura. Giannini: “Basta con questa truffa culturale”

Come nasce la crociata contro i corsi di educazione alle differenze nelle scuole e perché continua il tam-tam mediatico di messaggi contrari a una fantomatica “ideologia gender”? Intanto il l ministro dell’Istruzione Stefania Giannini invia una circolare alle scuole per rispondere anche in via ufficiale alle polemiche sui programmi. Che il governo e gli esperti hanno da tempo ribadito essere pretestuose

Uffa, è dal 1957 che si parla di parità di retribuzione tra uomini e donne

URGE affrontare il divario di parità di retribuzione e delle pensioni, all’adeguata considerazione del ruolo dei sistemi di valutazione e di classificazione del lavoro, alla necessaria tutela della gravidanza, del ruolo del congedo di maternità e del relativo regime in vista di una parità di genere sul lavoro e per le carriere. La riduzione del gender pay gap (differenziale retributivo di genere) è la questione al centro di un documento appena pubblicato dal Parlamento Europeo e intitolato Gender equality in employment and occupation.

I ministri delle Finanze del G20 faranno i conti con le donne leader del W20

Il confronto si annuncia “durissimo”. Riepiloghiamo: domenica scorsa a Milano c’era la chiusura della Festa dell’Unità, ad Ankara invece in quello stesso giorno le maggiori potenze economiche mondiali, tra cui l’India e la Cina, hanno lanciato il gruppo ‘W20’ composto da donne leader ed esperte di genere che in occasione del prossimo G20 si impegneranno a elaborare proposte di politiche volte a facilitare l’empowerment delle donne, soprattutto nel settore economico. Il gruppo W20 – di cui fa parte anche Barbara Kenny, caporedattrice di inGenere, tra le rappresentanti per l’Italia – ospiterà il suo primo vertice nel mese prossimo a Istanbul, dopo che tutti i paesi membri designeranno le loro candidate, come ha sollecitato a fare Gülden Türktan, presidente appena eletta del gruppo. Nella foto: Christine Lagarde, la direttora del Fondo Monetario Internazionale