Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.Passi avanti ma non bastano per fermarla, occorrono maggiore protezione e prevenzione

LA CONTABILITA’ DEL DOLORE – Il 25 novembre non ha nulla di rituale i dati , le statistiche cristallizzano una contabilità del dolore , della sofferenza della morte di troppe donne . Affetti devastati da una violenza così grande e spesso così ignorata. Il tema lo dico sempre è culturale e la politica deve porre al centro della sua azione scelte decise contro la violenza sulle donne. Sono in questi giorni impegnata nella scrittura dello statuto di Città metropolitana e sono certa che la commissione ed il Consiglio introdurranno un chiaro impegno in questa direzione in particolare assumendo i principi della Convezione di Istanbul nel suo testo. [Arianna Censi]

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Nel 2013 si è registrato un aumentate del 14% del femminicidi, con un aumento significativo di quelli in ambito familiare. Milano e il Nord Italia in genere – dove in tutto, nel 2013, sono morte ammazzate 60 donne – rimane il territorio dove si verificano più omicidi in famiglia: 8 su 10

La violenza contro le donne e le ragazze continua con la stessa intensità in ogni continente, Paese e cultura. Questa impone un devastante dazio sulla vita delle donne, sulle loro famiglie e sull’intera società. La maggior parte delle società proibiscono questo genere di violenza – in realtà questa è ancora troppo spesso coperta o tacitamente condonata.” (Ban Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, 8 marzo 2007).

La violenza contro le donne e le ragazze è un problema di proporzioni dilaganti. Quasi una donna su tre nel mondo è stata picchiata, ha subito coercizione sessuale o ha subito altro genere di abusi durante la propria vita – quasi sempre da qualcuno che la conosceva. La violenza contro le donne e le ragazze è un problema universale di proporzioni dilaganti. E’ forse la violazione più grave dei diritti umani che conosciamo al giorno d’oggi, devasta vite, crea fratture nelle comunità e blocca lo sviluppo.

Le statistiche dipingono un quadro orribile delle conseguenze sociali e di salute della violenza contro le donne. Per le donne di età compresa tra i 15 e 44 anni, la violenza è una delle maggiori cause di morte e disabilità. In uno studio del 1994, basato sulle statistiche della Banca Mondiale tra  10 fattori di rischio selezionati che la donne di questa età affrontano, lo stupro e la violenza domestica hanno un tasso d’incidenza più alto del cancro, incidenti stradali, guerre e malaria. Molti studi hanno inoltre rilevato crescenti collegamenti tra violenza contro le donne e l’HIV/AIDS. Le donne che hanno subito violenza sono esposte ad un alto rischio d’infezione da HIV: un sondaggio tra 1.366 donne sud africane ha mostrato che le donne picchiate dai genitori hanno il 48% in più di possibilità di venire infettate dall’HIV rispetto a quelle che non sono state picchiate.

La limitata disponibilità di servizi e la paura impediscono alle donne di chiedere assistenza e un risarcimento. Ciò è stato confermato da uno studio pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2005: sulla base dei dati raccolti tra 24.000 donne di 10 Paesi, tra il 55% e il 95% di quelle che hanno subito abusi sessuali dai propri partner non hanno mai contattato ONG, ricoveri o la polizia per chiedere aiuto.

In nessun Paese del mondo le donne sono al sicuro da questo genere di violenza. Tra i dieci Paesi monitorati dallo studio dell’Organizzazione mondiale della sanità, più del 50% delle donne in Bangladesh, Etiopia, Perù e Tanzania hanno riferito di aver subito violenze fisiche o sessuali da parte dei partner, con cifre sbalorditive che raggiungevano il 71% nelle zone rurali dell’Etiopia. Solo in un Paese (Giappone) meno del 20% delle donne hanno riferito di incidenti legati alla violenza domestica. Un precedete studio dell’OMS ha riscontrato che il numero di donne che hanno subito abusi fisici dai propri partner o ex partner nel Regno Unito è pari al 30% e al 22% negli Stati Uniti.

Il costo economico della violenza contro le donne è considerevole – un rapporto del 2003 del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (CDC) ha stimato che il costo della violenza intima da parte del partner, nei soli Stati Uniti supera i 5,8 miliardi di dollari: 4,1 miliardi vanno direttamente per servizi medici e sanitari, mentre le perdite di produttività raggiungono quasi il valore di 1,8 miliardi di dollari. La violenza contro le donne impoverisce gli individui, le famiglie e le comunità, riducendo lo sviluppo economico di ogni nazione.

Nel 1996, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito il Fondo delle Nazioni Unite in supporto delle azioni per eliminare la violenza contro le donne. Il Fondo è gestito dall’UNIFEM ed è il solo meccanismo multilaterale di garanzia che supporta gli sforzi locali, nazionali e regionali per combattere la violenza. Sin da quando ha iniziato le operazioni nel 1997, il Fondo ha assegnato più di 19 milioni di dollari a 263 iniziative affrontare la violenza contro le donne in 115 Paesi. Aumentando la consapevolezza dei diritti delle donne questi sforzi supportati dall’UNIFEM hanno unito attivisti e difensori di tutte le parti del mondo, mostrando come piccoli progetti innovativi abbiano un impatto su leggi, politiche e atteggiamenti, e hanno iniziato a rompere il muro di silenzio portando la questione sull’agenda pubblica ovunque. Per saperne di più visita il sito http://www.unifem.org/

le-sorelle-mirabal-mariposas-01Come nasce la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne: Le sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal

Quarantacinque anni fa Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, eroine della lotta di liberazione della Repubblica Dominicana dal dittatore Trujillo (1930-1961), furono fermate da agenti segreti del servizio militare, mentre si recavano a fare visita ai loro mariti in prigione, assieme alla sorella Patria.
Dopo avere subito numerose torture furono chiuse nell’abitacolo della macchina nella quale viaggiavano e spinte in un precipizio, al fine di simulare una morte accidentale.
Oggi sono il simbolo internazionale della battaglia contro la violenza alle donne. L’Onu ha reso indelebile il loro ricordo nel 1998, proclamando il 25 novembre, anniversario della loro morte, la giornata internazionale contro la violenza alle donne. La bellezza e la vivacità delle quattro sorelle Mirabal, soprannominate ‘las mariposas’, le farfalle, sono ancora oggi ricordate in tutta l’America Latina e nel mondo.

Arianna Censi

Arianna Censi

A proposito di  CONTABILITA’ DEL DOLORE voglio ricordarvi che:

Secondo l’ultimo rapporto dell’Eures (l’istituto di statistica europeo), sono 179 i femminicidi commessi nel 2013, un anno che ha registrato la più elevata percentuale di donne vittime di omicidio mai riscontrata in Italia. In sostanza ogni due giorni una lei è caduta sotto la violenza maschile. Dati sconfortanti che restano a monito mentre ci avviciniamo al 25 novembre, la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Eures, nella parte conclusiva della sua indagine, sottolinea anche l’inefficacia e l’inadeguatezza della risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto delle donne vittime di violenza all’interno della coppia, visto che nel 2013 ben il 51,9% delle future vittime di omicidio (17 in valori assoluti) aveva segnalato/denunciato alle Istituzioni le violenze subite.

L’istituto ricorda quindi come sia fondamentale garantire una maggiore assistenza alle vittime di violenza sessuale e di genere attraverso, per esempio, il potenziamento dei centri anti-violenza con lo scopo di prevenire il fenomeno.

E questo è quanto, mentre i numeri continuano ad essere da brivido. Nel 2013 si è registrato un aumentate del 14% del femminicidi, con un aumento significativo di quelli in ambito familiare, più 16%, così come pure nei contesti di prossimità: rapporti di vicinato, amicizia o lavoro, dal 14 a 22%. In 7 casi su 10 i femminicidi si sono consumati all’interno del contesto familiare, una costante nell’interno periodo 2000-2013. Milano e il Nord Italia in genere – dove in tutto, nel 2013, sono morte ammazzate 60 donne – rimane il territorio dove si verificano più omicidi in famiglia: 8 su 10.

Fonte: ONUITALIA

24 novembre 2014

 

 

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