Il PD motore dello sviluppo e del cambiamento
Volentieri pubblichiamo il documento sul quale il Partito Democratico milanese è concentrato per riannodare i rapporti con i mondi vitali e le realtà economiche del territorio e per condividere con loro le politiche di crescita economica
INTRODUZIONE – Prima di entrare nel dettaglio delle proposte che avanziamo nel breve e nel lungo periodo per Milano occorre considerare la rinnovata centralità assunta dalle aree metropolitane nei processi di sviluppo a scala mondiale. A livello globale la situazione mostra alcune evidenze. Ormai oltre il 50 per cento della popolazione mondiale vive in zone fortemente urbanizzate e tale processo segue due filoni storicamente differenti.
Da un lato la presenza nelle storiche aree fortemente urbanizzate dell’Occidente sviluppato che restano il centro dell’innovazione e del comando per quanto riguarda le concentrazioni finanziarie, le reti di informazione tecnologica, le esperienze produttive avanzate legate a nuove tecnologie, la relazione tra creatività e innovazione, lo sviluppo delle società dei servizi e delle informazioni. Dall’altro lato abbiamo i grandi processi di inurbamento in atto nei paesi in via di sviluppo nelle aree che si caratterizzano sempre più come i grandi centri produttivi per il mercato (nel Far East si produce il 70 per cento dei prodotti del mondo) e dei servizi legati alla produzione.Si tratta quindi, in entrambi i casi, di territori di notevole estensione e articolazione geografica, a fortissima concentrazione di popolazione e attività, luogo di complesse reti per quanto riguarda i processi di mobilità delle persone e delle cose, il governo dei sistemi ambientali (si pensi solo alle acque sia bianche che reflue) e le reti di diffusione e comunicazione delle informazioni.
Tali processi contribuiscono a riconfigurare profondamente la mappa dello sviluppo mondiale che non appare più riducibile al confronto tra sistemi economici nazionali: le grandi aree urbane diventano le piattaforme dinamiche del mutamento economico e culturale. E’ in queste aree che si riscontrano necessità di governo dei processi sociali ed economici specifiche, con procedure e decisioni differenti dai territori circostanti. Se quindi facciamo riferimento a tali processi è chiaro che in Italia, esclusa la capitale, solo Milano e Napoli posso essere considerate aree metropolitane a tutti gli effetti.
A conferma di questa specificità tutte le classifiche redatte dagli organismi e dalla stampa internazionale sul tema trovano sempre Milano, insieme alla Capitale, tra le aree menzionate. In queste classifiche Milano ricopre una posizione interessante visto che siamo primi in Europa per città sede di multinazionali, tra i primi 10 per la qualità del sistema sanitario, in ascesa per la qualità di quello universitario e in fortissima crescita per i flussi turistici, l’offerta culturale e la nascita di start up.
Tutti settori, questi, in grado di segnare le linee di futuro sviluppo economico-territoriale ed in sintonia con i temi che animeranno l’esposizione internazionale. Una ulteriore conferma dell’esigenza di una maggiore autonomia nei processi di governance delle aree metropolitane può poi essere fornita dall’osservazione del funzionamento delle Regioni. Si tratta spesso di enti “infarciti” di funzioni che hanno il compito di supplire a un governo dei processi metropolitani, che il Comune, da un lato, non può affrontare per i limiti dei suoi confini e la Regione, dall’altro lato, non riesce a supportare per oggettiva distanza dai processi reali e per necessità di mediazione con le altre realtà regionali nel governo delle risorse.
I prossimi due anni sono decisivi per il futuro dell’area metropolitana milanese. Pensiamo all’originalità dei temi di governo che l’evento Expo aprirà al dibattito politico sociale. La continua necessità di consultazione sulle decisioni tra Regione e Comune in tema di Expo segnala concretamente come un evento simile può essere governato solo a livello metropolitano, usufruendo tra l’altro di una serie di deroghe ai processi burocratici decisionali normali.
La risposta alle necessità straordinarie di accoglienza, la disponibilità di spazi per eventi nell’arco dei sei mesi, la messa a punto delle reti di mobilità, la gestione della sicurezza, solo per citare alcuni esempi, sono tutte sfide che devono essere affrontate a livello metropolitano. Inoltre il periodo di Expo coincide anche con l’avvio del processo di riforma del titolo V e la conseguente redistribuzione dei poteri amministrativi tra Stato, Regioni ed enti locali.
In questa prospettiva l’esperienza di Expo può essere considerata un processo pilota verso una ridefinizione delle leve di governance che non può riguardare solo Stato e Regioni.In questo quadro consideriamo il d.d.l. Del Rio un passaggio importante che però, sebbene probabilmente porterà sull’area milanese ad una coincidenza della figura del sindaco del comune capoluogo con la figure del sindaco metropolitano, prevede ancora come istituzioni distinte il Comune di Milano e la Città metropolitana.
La prospettiva da noi qui auspicata è quella di muovere verso una Città Metropolitana quale unico ente di governo sul territorio di Milano e Provincia. Noi riteniamo che questo particolare momento storico-geografico, caratterizzato dalla crisi della finanza locale, da expo 2015, dalla costituzione della Città metropolitana milanese e dalla riforma del Titolo V della Costituzione, possa essere affrontato con il coraggio di sperimentare nuovi spazi di autonomia e soluzioni, con riferimento ai processi di governo del territorio, capaci di attrarre e sviluppare energie la cui ricaduta non potrà che essere positiva su scala nazionale e continentale.I criteri a cui ispirare questa sperimentazione non potranno che essere quelli della semplificazione, la sburocratizzazione, dell’efficientamento e dell’efficacia della pubblica amministrazione locale.
Altro aspetto fondamentale per il successo del percorso costituente sarà la sua inclusività: la Città Metropolitana deve essere anche l’occasione per dare voce e valorizzare lo straordinario patrimonio di progettualità di cui sono portatori il territorio, la società civile e le forze economiche e sociali milanesi.Di seguito trovate una prima bozza di proposte, ordinate per temi, obiettivi e strumenti, che offriamo alle energie migliori dell’area metropolitana al fine di sviluppare un percorso che ci consenta di ridisegnare le leve di governo del nostro territorio.
Tema Assetti istituzionali
Obiettivo Recuperare la sovranità delle scelte
Strumenti Poteri del Sindaco Metropolitano- Rendere permanenti e legate alla figura del sindaco metropolitano alcuni poteri d’impulso e coordinamento sul modello di quanto attualmente previsto dal governo nel caso del commissario unico Expo, al fine di dotare la città metropolitana di alcune delle leve di intervento e margini di autonomia che hanno molti sindaci delle grandi metropoli mondiali.
Maggiore autonomia fiscale – Garantire la sostenibilità di lungo periodo del bilancio della Città Metropolitana, attraverso una compartecipazione al gettito IVA seguendo i principi della legge delega sul Federalismo Fiscale e sul modello dei poteri previsti per Roma Capitale. Estendere a tutte le città metropolitane la possibilità di variare con maggiore flessibilità il proprio paniere fiscale tra imposte dirette, indirette e patrimoniali a gettito invariato per lo Stato.
Modifica legislazione regionale – Avviare un percorso di modifica della normativa regionale (leggi e ai regolamenti) al fine di adeguarla all’esistenza e alle funzioni fondamentali in capo al nuovo Ente ( normative regionali in tema di gestione dei servizi, dalla definizione degli ambiti ottimali, pianificazione territoriale, politiche ambientali, formazione e politiche del lavoro).
Giustizia amministrativa – Fermo restando il principio dell’effettività della tutela giurisdizionale per la lesione degli interessi legittimi dei cittadini, occorre evitare la strumentalità dei ricorsi rendendo più difficile ed oneroso, sui provvedimenti strategici e qualificanti dell’azione politico-amministrativa, chiedere la tutela cautelare che porta a sospendere le azioni amministrative in attesa della decisione di merito, priva questa del carattere della necessaria rapidità. Inoltre, anche Milano deve essere sede d’appello dei giudizi amministrativi, prevedendo il dislocamento di una sede giurisdizionale (competente per territorio su tutte le regioni del nord) del Consiglio di Stato.
Sopraintendenze – Sostituire le attuali sopraintendenze con agenzie partecipate da enti locali, ministero e manager culturali selezionati attraverso bandi europei. Estendere i poteri del Sindaco in materia.
Tema Sviluppo economico e lavoro
Obiettivo Liberare e attrarre risorse e talenti
Strumenti
Post Expo – Fare dell’area Expo una area a burocrazia zero e tax free alla fine dell’evento, estendendo temporalmente fino al 2030 alcuni dei benefici dell’accordo di sede sulla sola area del sito espositivo (futura zona di attrazione di IDE e di creazione di posti di lavoro).
Aziende partecipate – Occorre operare nella prospettiva di una Città Metropolitana dei Servizi, affrontando le sfide, anche in anticipo, ove possibile, rispetto ai tempi di integrazione dei due enti (Comune e Provincia), – di un’integrazione del sistema dei trasporti, delle reti idriche ed energetiche, del ciclo di gestione e smaltimento dei rifiuti, dei sistemi informatici della PA e più in generale dell’applicazione diffusa di tecnologie innovative con particolare attenzione ai temi della sostenibilità ambientale e della semplificazione burocratica.
Generazione di impresa – Milano in questi anni è stata un luogo fertile per la nascita di nuove imprese innovative. Occorre coordinare al meglio le politiche pubbliche di intervento a livello metropolitano al fine di sperimentare ulteriori sgravi fiscali, semplificazioni burocratiche e servizi innovativi da offrire alle start up che decidono di aprire nell’area metropolitana con l’obiettivo di accelerare il rinnovamento del nostro tessuto industriale e favorire nuove occasioni occupazionali e di reddito.
Università – Il sistema universitario milanese conta su 12 tra Università e Accademie e su più di 180.000 studenti. A questi dati vanno sommati gli 80 centri di ricerca tra pubblici e privati. L’area metropolitana si pone così quale polo strategico per la conoscenza e la ricerca a livello nazionale ed europeo. Cogliere a pieno la consapevolezza di questo enorme potenziale significa crescere in termini di internazionalizzazione del nostro territorio e di attrattività di capitale umano altamente qualificato. Ingredienti questi essenziali per uscire dal periodo di crisi che stiamo attraversando. Per accelerare ulteriormente questi processi qui proponiamo di aumentare i piani formativi autonomi solo in inglese e di sperimentare percorsi formativi d’eccellenza in lingua inglese che coinvolgano più università.
Politiche attive del lavoro – Il superamento delle province pone il problema della competenza dei servizi all’impiego oggi in capo alle provincie stesse. L’orientamento emerso finora prevede che le regioni sostanzialmente progettino le politiche attive, gestiscano i Centri per l’impiego e coordinino l’accreditamento delle agenzie private. Questo non può essere il caso però delle città metropolitane dove bisogna pretendere che i servizi all’impiego vengano gestiti dall’area metropolitana: i servizi alla persona devono stare al livello più vicino ai cittadini. Questo vuol dire intavolare da subito un rapporto con la regione e con il Parlamento per aprire alla possibilità che i servizi a lavoro (CPI, AFOL e enti di formazione pubblica) rimangano in capo alla città metropolitana riorganizzandoli nel senso di una maggiore efficacia.
Fondi europei – Prevedere per il nuovo Programma Operativo Nazionale per le Città Metropolitane una dotazione finanziaria maggiore rispetto a quella paventata dal governo precedente. Paesi come la Germania stanno indirizzando molto più del 5% del FESR alle aree urbane. Il 5% è una soglia minima (che ad oggi il PON neanche raggiunge) : l’Italia, il Paese dei comuni e delle 14 città metropolitane non può permettersi decisioni al ribasso su questo fronte. Implementare un modello di co-progettazione e indirizzo dei fondi che coinvolga le aree metropolitane (in questo caso il comune capoluogo) allo stesso modo delle Regioni, promuovendo una pari dignità istituzionale nella fase di redazione dei Programmi Operativi nazionali e regionali. Sostenere attraverso un’adeguata dotazione di risorse umane e finanziarie la creazione e la formazione di una nuova classe dirigente nell’amministrazione pubblica della nuova città metropolitana che sappia gestire, spendere e rendicontare i fondi comunitari. Non possiamo ogni anno lamentarci delle enormi percentuali di soldi “vinti, ma non spesi” e poi non intervenire sulle fondamenta del processo di progettazione e spesa : le persone. Prevedere nell’Accordo di Partenariato tra l’Italia e l’Unione europea una maggiore valorizzazione del ruolo delle città metropolitane, proponendo un’Agenda Urbana coerente e concreta. E’ necessario che l’Accordo si fondi su un approccio di integrazione tra le diverse politiche urbane, sostenendo progettualità integrate ad ampia scala. Svincolare dal patto di stabilità non solo il cofinanziamento ai fondi europei, ma anche i Fondi per la Coesione, centrali per lo sviluppo delle aree metropolitane. E’ poco comprensibile il motivo per cui i fondi erogati dalla UE spesso non possano o non riescano ad essere spesi proprio a causa dei vincoli posti dalla stessa UE.
Strumenti finanziari
Social Impact Bond – Possibilità per le città metropolitane di avere accesso agevolato presso le banche per l’emissione di social impact bond, per finanziare progetti di miglioramento dell’efficienza ad alto rendimento economico. Uno strumento per reperire finanze in tempi di crisi e aumentare l’efficienza dei sistemi città ( es. New York Green Apple Bond). Lo strumento garantisce un tasso d’interesse ai micro-finanziatori che scaturisce dai risparmi derivanti dall’intervento della pubblica amministrazione. Il tema è strettamente collegato al crowd funding per le PA che puó essere un altro filone da sviluppare.
Tema BUROCRAZIA
Obiettivo: Semplificare i processi complicati
Strumenti
Armonizzazione dei Dataset – L’unificazione e l’armonizzazione dei Dataset permetterà di incrociare i diversi dati dei singoli cittadini in possesso delle Amministrazioni della città Metroplitana. Questo intervento consente di avere più informazioni in singoli ambienti lavorativi ed elimina i doppi inserimenti di dati da parte del cittadino o del civil servant. L’intervento, inoltre, permette di incrociare i dati per un più efficiente controllo delle pratiche (e dei pagamenti) da parte dell’Amministrazione. alcuni esempi: Dataset Anagrafe (Residenza e altri) con Polizia Locale, Anagrafe-Mobilità, Mobilità-Polizia Locale, Anagrafe-Tares, Tares-Mobilità…
FORMAT SEMPLIFICATI E AUTOMATICI: Incrementare l’inserimento automatico dei dati da parte dei cittadini con format chiari e a norma di legge.. Una compilazione con format predefiniti e rigidi assicura innanzitutto minor lavoro da parte dell’Amministrazione, scarica le responsabilità di errore manuale allo stesso cittadino (che non si può rivalere così sull’Amministrazione), abbassa il numero di errori nella compilazione e aumenta la facilità di incroci tra vari dataset (vedi punto prima).
DIGITALIZZARE I DOCUMENTI E I SERVIZI: Entro il 2016 la maggiorparte dei servizi comunali dovrà essere digitalizzato, sia nella richiesta da parte della cittadinanza, che nel controllo da parte dell’amministrazione. La parte del controllo digitalizzata permette una ricerca molto più semplice delle varie voci d’interesse.: Inoltre, avviare una seria e rapida digitalizzazione dei documenti in uso alle Amministrazioni della città metropolitana. La digitalizzazione dovrà essere fatta partendo da quelli di quotidiano utilizzo degli uffici e con metodi di riconoscimento del contenuto dei documenti.
Tema MOBILITÀ
Obiettivo: Collocare ogni movimento nello spazio giusto
Strumenti
Collocare la governance di ogni infrastruttura di trasporto nel territorio in cui ricade e integrare il più possibile i servizi: Città metropolitana come regolatore/gestore del sistema tangenziale di strade, del sistema di trasporto pubblico locale con un forte mandato di connettere i comuni che oggi fanno parte dell’hinterland. Integrazione di titoli e di tariffe del sistema metropolitano con quello regionale. La Regione Lombardia gestore dell’aeroporto-Hub e delle infrastrutturi viarie regionali (Teem, Brebemi, Pedemontana, le SS…) Regole precise per ambiti precisi, ovvero un codice della strada per la città metropolitana. Uno strumento di regole che riconosca le peculiarità degli ambiti ad alta densità urbana e di servizi. Le strade ad alta densità urbana non possono avere le stesse regole delle strade di campagna e di montagna (flusso pedonale e autoveicolare diverso, passi carrai molto più presenti, incroci molto più presenti, utenze deboli molto più presenti…).
Tema Commercio e turismo
Obiettivo Valorizzare le peculiarità locali in un sistema globale
Strumenti: Prevedere nello statuto speciale della città metropolitana un “Assessorato al Commercio e al turismo metropolitano” attraverso una delega sulle competenze esclusive regionali. In particolare la Città metropolitana in materia di sviluppo economico e grande distribuzione commerciale potrebbe esercitare: La pianificazione urbanistica delle polarità commerciali e delle grandi strutture di vendita (compresi i centri commerciali, i parchi commerciali, i factory outlet center, le aggregazioni di medie strutture, le piattaforme di e-commerce, …) in un’ottica di intercomunalità e di governo sovralocale della geografia degli insediamenti commerciali extraurbani Il rilascio delle autorizzazioni per nuove aperture e ampliamenti introducendo una “conferenza dei servizi metropolitana” (con avvicinamento della decisione al territorio) La promozione di politiche attive e di attività di supporto e di servizio alle imprese attraverso la sinergia tra Distretti urbani e diffusi del Commercio, rete di imprese, Sistemi Turistici locali.
In particolare la Città metropolitana in materia di turismo potrebbe esercitare: Riconoscimento regionale del Sistema Turistico “Città metropolitana di Milano” e attivazione di politiche di promozione turistica del territorio metropolitano e dell’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni territoriali, compresi i prodotti della produzione e dell’enogastronomia locale (es. utilizzando una quota del gettito della tassa di soggiorno nelle azioni di promozione turistica a scala sovracomunale in relazione alla capacità ricettiva alberghiera e attrattiva locale).
Tema CASA Obiettivi Rispondere all’emergenza abitativa con politiche integrate
Le caratteristiche dell’area metropolitana milanese, che oltre al Comune capoluogo vede la presenza di una serie di grandi comuni di prima cintura con forti problemi di emergenza abitativa, evidenzia la necessità di intervenire in un ambito territoriale integrato e con iniziative coordinate tra i Comuni
Strumenti Azienda metropolitana dell’Edilizia Residenziale Pubblica – E’ necessaria una profonda revisione della legislazione regionale che oggi regola la gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e il modello che ha finora guidata la gestione del patrimonio regionale di alloggi sociali ha dimostrato tutti i suoi limiti, portando di fatto al collasso la principale azienda lombarda : l’Aler Milano. Occorre pensare ad un nuovo modello che condivida con il comuni, a cui già oggi è demandata la gestione delle graduatorie di assegnazione degli alloggi , il governo delle Aler regionali. In particolare per l’area metropolitana milanese occorre a dare vita ad una unica Azienda metropolitana che consenta una gestione unitaria del patrimonio (proprietà di Aler , del Comune di Milano e dei Comuni dell’area milanese), e sia in grado di progettare nuovi interventi per l’ampliamento dell’offerta di alloggi sociali. Occorre che la nuova società sia organizzata al proprio interno in modo tale da garantire ambiti ottimali di gestione ( non più di 100 alloggi gestiti ) dotati di ampi margini di autonomia gestionale pur all’interno di un unico assetto societario.
Agenzia metropolitana per la casa – La costituzione di Un’Agenzia Sociale per la Locazione che operi per accrescere l’offerta complessiva di alloggi in locazione a canoni calmierati e favorisca l’incontro tra domanda e offerta tra nuclei familiari a basso reddito e piccoli e grandi proprietari di alloggi sfitti disponibili a locarli a condizioni calmierate, che ove necessario incentivi e garantisca la proprietà rispetto ai pagamenti ed offra agli inquilini supporti economici finalizzati al mantenimento dell’abitazione in locazione, potrebbe dare un notevole contributo all’attenuazione del problemi derivanti dalla situazione attuale di emergenza abitativa dell’area milanese. La necessità di intervenire in un ambito territoriale integrato e in un bacino potenziale di domanda ed offerta non limitato ai confini comunali evidenzia l’opportunità di dare vita ad un’unica Agenzia Metropolitana per la Casa in grado anche di realizzare le opportune economia di scala sia per quanto riguarda la riduzione dei costi di funzionamento e che l’attivazione delle procedure.
Tema TERRITORIO E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
Obiettivo Promuovere un’efficace governance del territorio metropolitano
Dall’analisi del sistema di pianificazione territoriale lombardo emerge la ridondanza degli strumenti urbanistici esistenti alle differenti scale (regionale, provinciale e comunale) che creano sovrapposizioni e conflitti di competenza tra diversi livelli amministrativi. Tale contesto normativo non consente un’efficace azione per il governo del territorio; in particolare uno dei principali problemi è la debolezza della pianificazione d’area vasta che sarebbe la sola in grado di elaborare politiche di coordinamento alla scala territoriale delle scelte locali. I dati che meglio evidenziano le criticità del modello urbanistico lombardo sono quelli relativi al consumo di suolo: i 1.126 Piani di Governo del territorio approvati dai Comuni lombardi alla data del 11/12/2013 prevedono, per i prossimi anni, l’edificazione di oltre 400.000.000 di mq, pari al doppio della superficie della città di Milano. E’ necessario configurare un nuovo modello di governance in grado di rispondere alle nuove esigenze dei contesti urbani e periurbani in termini di contenimento del consumo di suolo, rigenerazione urbana, valorizzazione ambientale, infrastrutturazione ed edilizia sociale, migliorando l’efficienza delle politiche e degli strumenti urbanistici e orientando il governo del territorio verso pratiche maggiormente sostenibili. In questo senso, la nascita della Città metropolitana e la riconfigurazione dell’ente provinciale rappresentano un’importante occasione per rivedere la legge urbanistica regionale (l.r. 12/2005), al fine di riorganizzare le funzioni tra i diversi livelli amministrativi e di ridefinire i rispettivi strumenti urbanistici e territoriali.
Strumenti Elaborazione di un Piano Territoriale Metropolitano in grado di contemplare una dimensione strategica e strutturale di assetto dell’intero territorio metropolitano. Tale piano dovrà avere una valenza di coordinamento tra i diversi livelli amministrativi, di indirizzo strategico per sviluppare una visione per l’intera area metropolitana milanese e di prescrizione per regolare pochi ambiti di rilevanza sovralocale (beni ambientali e paesaggistici, aree agricole di interesse strategico, reti ecologiche, localizzazione grandi funzioni urbane, infrastrutture di rilevanza metropolitana). Incentivi per forme di pianificazione intercomunale che favoriscano la cooperazione tra le Amministrazioni Comunali dell’hinterland, in grado di governare alla scala pertinente territori coerenti ed effettivi. Tale approccio può rappresentare una sperimentazione per nuovi sistemi di governo urbanistico e della gestione dei servizi in grado di superare la tradizionale frammentazione amministrativa del nostro territorio. “progetti speciali Promozione di strumenti di scala territoriale,”, da attivarsi in presenza di interventi dalla forte rilevanza territoriale, che rappresentano un approfondimento e un’integrazione del Piano Territoriale Metropolitano, superando le previsioni dei Piani di Governo del Territorio per gli ambiti interessati. Tale strumento richiede l’attivazione di pratiche di co-pianificazione tra i Comuni interessati, in grado di identificare, oltre alle funzioni insediabili, anche adeguate forme di compensazione e di perequazione territoriale e fiscale.
Tema Agricoltura e parchi metropolitani – L’area metropolitana milanese costituisce infatti uno dei territori più fertili del pianeta. Ed è anche una di quelle maggiormente sviluppate ed urbanizzate, per quanto sottoposte alle tutele previste dal Parco Agricolo Sud Milano. Questo paradosso comporta una serie di dilemmi davanti ai quali si trovano le politiche, tra cui quelle urbanistiche e di sviluppo economico.
Obiettivo Riscoprire il valore di una metropoli rurale Conciliare e valorizzare vicendevolmente queste due dimensioni della metropoli milanese “Neoagricoltura” urbana come chiave della conversione ecologica della città. EXPO 2015 e la costituzione dell’area metropolitana come occasione per realizzare un processo di trasformazione della città e della sua economia nell’ottica della sovranità alimentare e della sostenibilità sociale e ambientale.
Strumenti Per cogliere al meglio le opportunità che si presentano, l’area metropolitana milanese dovrà sviluppare competenze ed azioni specifiche in tema di agricoltura urbana:
Valorizzazione e conservazione degli spazi agricoli che vanno salvaguardati da processi di diversa destinazione d’uso con normative vincolanti a scala sovra comunale; Cibo e città. Redazione di un piano unitario e partecipato (Food Plan) che preveda una strategia d’azione articolata e organica del sistema agro-alimentare urbano, anche con la previsione di istituire la figura del food manager metropolitano Alleanza tra produttori e consumatori, favorita e supportata dal pubblico. Valorizzazione delle produzione agricole delle aziende collocate nel territorio metropolitano creando circuiti virtuosi tra domanda collettiva della ristorazione pubblica e privata e offerta;(filiera corta). Rafforzamento di processi di governance pubblico-privato. Potenziamento dei Distretti rurali e di altri processi di gestione pubblico-privato e riordino dei diversi piani territoriali e urbanistici e delle diverse politiche all’interno di un’unica strategia e visione, correlata alla costituzione della Città Metropolitana. Creazione di food policies metropolitane Ripristino del sistema idrico metropolitano per assicurare l’irrigazione delle aree agricole con acqua pulita proveniente dai depuratori, dai canali urbani (Cava Ticinello, Grande Sevese, Piccolo Sevese, Vettabbia) e per combattere il fenomeno della discarica dei rifiuti nei corsi d’acqua Potenziamento dei parchi agricoli metropolitani a partire dall’estensione del PLIS Media Valle del Lambro che rappresenta il completamento del sistema dei parchi Una politica energetica e della mobilità che valorizzi la matrice rurale milanese anche attraverso la sperimentazione di sistemi smart
Tema Agricoltura e parchi metropolitani
Obiettivo Riscoprire il valore di una metropoli rurale
Strumenti L’agricoltura, in linea con le politiche europee, si presenta sempre più come una realtà capace di svolgere funzioni diverse e comprende attività che vanno dalla coltivazione del fondo all’allevamento degli animali alle attività connesse quali la trasformazione e commercializzazione di prodotti, la valorizzazione del territorio e l’ospitalità. Essa è anche ambito di domanda di vecchi mestieri, oggi rivisti in forme innovative, da proporre alle nuove generazioni. Questa realtà è significativamente presente nel territorio metropolitano milanese. L’area metropolitana milanese costituisce infatti uno dei territori più fertili del pianeta. Ed è anche una di quelle maggiormente sviluppate ed urbanizzate, per quanto sottoposte alle tutele previste dal Parco Agricolo Sud Milano. Questo paradosso comporta una serie di dilemmi davanti ai quali si trovano le politiche, tra cui quelle urbanistiche e di sviluppo economico. Conciliare e valorizzare vicendevolmente queste due dimensioni della metropoli milanese rappresenta una delle sfide più rilevanti dei prossimi decenni, a partire dal lascito di Expo 2015. Per cogliere al meglio le opportunità che si presentano, l’area metropolitana milanese dovrà sviluppare competenze ed azioni specifiche in tema di agricoltura urbana: Polo globale di una rete di metropoli per l’alimentazione. Milano come riferimento mondiale per un protocollo sui temi del “nutrire il pianeta” e sulle politiche correlate, da condurre attraverso una rete di grandi città unite in una food policy (Protocollo Food Policy – Agenzia di cooperazione internazionale). “Neoagricoltura” urbana come chiave della conversione ecologica della città. EXPO 2015 come occasione per realizzare un processo di trasformazione della città e della sua economia nell’ottica della sovranità alimentare e della sostenibilità sociale e ambientale. Cibo e città. Redazione di un piano unitario e partecipato (Food Plan) che preveda una strategia d’azione articolata e organica del sistema agro-alimentare urbano. Alleanza tra produttori e consumatori, favorita e supportata dal pubblico. Azioni, sul versante dell’offerta e della domanda, rivolte ad una maggiore consumo di prodotti locali di qualità (filiera corta). Rafforzamento di processi di governance pubblico-privato. Potenziamento dei Distretti rurali e di altri processi di gestione pubblico-privato e riordino dei diversi piani territoriali e urbanistici e delle diverse politiche all’interno di un’unica strategia e visione, correlata alla costituzione della Città Metropolitana.
Ripristino del sistema idrico metropolitano per assicurare l’irrigazione delle aree agricole con acqua pulita proveniente dai depuratori, dai canali urbani (Cava Ticinello, Grande Sevese, Piccolo Sevese, Vettabbia) e per combattere il fenomeno della discarica dei rifiuti nei corsi d’acqua. Potenziamento dei parchi agricoli metropolitani a partire dall’estensione del PLIS Media Valle del Lambro che rappresenta il completamento del sistema dei parchi.
3 aprile 2014